Turismo culturale nei Campi Flegrei, i risultati della nostra campagna di ascolto

_MG_2151Nei giorni che hanno preceduto l‘evento #cittàchecambia #cittàdaraccontare, promosso dalla nostra associazione sabato 9 luglio alle Scale del Purgatorio di Pozzuoli, la redazione de l’Iniziativa ha lanciato su questo sito una campagna di ascolto sul tema del turismo culturale. Consapevoli della complessità dell’argomento, abbiamo posto ai lettori 8 domande, 8 interrogativi su cui riflettere, tutti legati alla questione dello sviluppo possibile dei Campi Flegrei, in un’ottica di città dell’ospitalità, dell’accoglienza, della cultura.

Hanno partecipato quasi 400 cittadini, compresi quelli che si sono avvicinati al nostro gazebo durante l’evento del 9 luglio e che si sono espressi mediante questionario cartaceo. Si tratta di un numero tutt’altro che irrilevante, seppure privo di valore statistico, che rappresenta una base reale per comprendere le impressioni e le opinioni della gente. Ne sono scaturiti suggerimenti piuttosto interessanti e ragionati, anche in considerazione del tempo medio trascorso nella visualizzazione della pagina e dunque nell’elaborazione delle risposte, misurato da google analytics in circa 7 minuti.

Proviamo ad analizzare i risultati (nella gallery: gli screesnhot di tutte le domande con relative risposte e percentuali definitive).

E’ da segnalare, innanzitutto, che sul tema del giorno, ovvero sulla nascita del Parco archeologico dei Campi Flegrei e su come spendere i 25 milioni di euro stanziati dal Governo, si registra una corrispondenza tra il voto dei cittadini e l’indirizzo dato finora della conferenza dei Sindaci e della Soprintendente archeologica della Regione Campania Adele Campanelli. Il 31,64 % indica come priorità “la viabilità e il collegamento tra i siti”, con riferimento alla “rete di trasporto pubblico o integrato” e solo successivamente la “manutenzione e messa in sicurezza dei siti” o la “promozione e il marketing”. A dimostrazione, evidentemente, che è ben percepita la necessità di adeguare il territorio ad una presenza e ad una mobilità di visitatori.

“L’organizzazione di una campagna promozionale”, invece, viene indicata come primo punto tra le cose che dovrebbe fare il Sindaco di Pozzuoli, prevalendo con il 40.97% su altre misure, più concrete e in parte già realizzate o avviate, come “l’allestimento di un albo comunale di guide archeologiche”, “l’impiego di dipendenti comunali da affiancare a quelli ministeriali per garantire l’apertura dei siti” e “la stipula di convenzioni per info point”. Un segnale che vogliamo interpretare come invito rivolto all’amministrazione comunale a porsi nuovi obiettivi di azione.

Tra i siti archeologici su cui puntare prevalentemente, in modo abbastanza prevedibile prevale “il compendio “Duomo / Percorso sotterraneo del Rione Terra” (26,65%), ma subito dopo viene l’area archeologica di Cuma (23,51%), prima dell”Anfiteatro o del cd. “Tempio di Serapide”. Risultato a sorpresa, ma non troppo, considerato che l’area di Cuma è senza retorica uno dei pochi siti al Mondo dove sono racchiusi in un fazzoletto di terra 2000 anni di storia, caratteristica che pone il sito nelle condizioni di attrarre, più degli altri, un turismo archeologico di elevata qualità e di interesse scientifico-culturale.

Incoraggiante, a nostro parere, è il risultato della domanda sul modello di gestione. Chi ha partecipato al sondaggio si esprime per una gestione “mista” tra pubblico e privato. Più precisamente, il 44.09% è favorevole ad “un’erogazione di servizi turistici – come visite e percorsi guidati e teatralizzati e la vendita di prodotti artistico/artigianali – da parte di soggetti privati del territorio”, e un altro 40,5%, assolutamente compatibile con la prima opzione, chiede una “collaborazione e divisione di competenze tra pubblico e privato, distinguendo tra manutenzione e gestione”. Minime sono le percentuali per una gestione tutta pubblica o tutta privata.

A proposito di Rione Terra, nell’evidenziare la necessità di rendere l’antica rocca un luogo realmente vivace e vissuto, abbiamo chiesto quali destinazioni d’uso dare ad alcuni edifici pubblici per i quali non sono previste strutture alberghiere e ricettive. Ebbene, a prevalere su tutti è l’ipotesi del palazzo delle arti e delle posizioni con il 27,74%, ma la poca differenza di preferenze con le altre opzioni (museo civico sul bradisismo, centri studi universitari e strutture per giovani professionisti) indica l’assoluta compatibilità con queste altre proposte.

Politiche culturali, è tra le questioni più delicate, in considerazione dei limiti ancora da superare e la tanta strada che resta da percorrere. In questo caso è davvero indicativo che per il 31,33% la prima cosa da fare è “allestire un programma di eventi stagionali di qualità”, mentre l’acquisizione di un teatro comunale, seppure ritenuta da molti un atto importante e significativo, viene scelta solo dal 19,33%, all’ultimo posto, percepita quindi come un punto di arrivo e non di partenza per lo sviluppo di una solida industria culturale.

Infine, abbiamo posto due domande, molto precise, su due proposte sostenute con forza dalla nostra associazione e da molti altri gruppi e operatori locali del settore. La prima, relativa alla possibilità per guide escursionistiche abilitate di tenere visite ed eventi guidati a pagamento nell’Oasi del Montenuovo, per favorire la nascita di un distretto naturalistico e fermo restando l’ingresso gratuito al sito, trova il 55,36% “assolutamente favorevole” e un altro 25,6% “favorevole”; la seconda, che guarda al mondo degli operatori commerciali che vogliono una “movida di qualità” e alla possibilità di autorizzazioni permanenti per esposizioni artistiche ed eventi di intrattenimento a basso impatto acustico nel Centro Storico, registra un 60,36% di persone “assolutamente favorevoli” e un altro 24,26% di “favorevoli”.

In conclusione, dall’insieme delle risposte emerge un quadro articolato ma coerente. Tra i cittadini sensibili al tema del turismo culturale appare chiaro, da un lato, che la soluzione di problemi strutturali e di sistema è preliminare a ogni altro discorso; dall’altro, che contestualmente ad una programmazione di ampio respiro, è possibile procedere subito ad azioni concrete, atti di indirizzo amministrativo che possono avviare circuiti virtuosi. La sfida per le Istituzioni e cittadini è dunque quella di avere una visione di insieme di città e di territorio a lungo termine, ma al tempo stesso di non restare immobili nell’agire quotidiano.

Scritto da Dario Chiocca


Classe '78, è tra i fondatori de L'Iniziativa, di cui è presidente. Puteolano, è cresciuto nel quartiere di Monterusciello, dove risiede. Laureato in Giurisprudenza, impegnato da sempre sulle questioni sociali, anche nei movimenti studenteschi e nelle organizzazioni sindacali, dal 2010 è avvocato presso il Foro di Napoli e svolge la sua attività professionale nel campo nel diritto civile e del lavoro. In ambito di normativa del lavoro, si occupa inoltre di formazione.