POZZUOLI/ “Vincenzo a mare”, che fare?

La notizia ha inevitabilmente scosso la città di Pozzuoli, ma c’era da aspettarselo. La struttura di cemento conosciuta come “ex Vicienzo a mare” sul lungomare di Via Napoli di Pozzuoli “non è abusiva e quindi non va abbattuta”. O meglio, non va abbattuto per ragioni di abusivismo e i proprietari non sono dunque costretti a farlo per ordine del Comune e a spese proprie. Questo è quanto ha deciso il Consiglio di Stato, massimo organo di giustizia amministrativa, dopo una vicenda processuale durata 37 anni con alterne decisioni giudiziarie.
La situazione di stallo è evidente. L’ipotesi di abbattimento di quel che è diventato un mostro di cemento, che nulla ha a che vedere con la storia dell’ex Convento dei Cappuccini poi trasformato in rinomato ristorante, si allontana. Per fare chiarezza, è opportuno ricordare il cambio di strategia del Comune di Pozzuoli, che ad oggi, alla luce della sentenza definitiva del Consiglio di Stato si è rilevato controproducente. Prima dell’ordinanza di demolizione per abusivismo, infatti, il precedente Consiglio Comunale, su forte pressione del Sindaco Figliolia, aveva approvato un progetto di esproprio, indennizzo e riqualificazione dell’area con fondi PIU Europa. Il progetto muove i primi passi nel 2013, ma negli anni successivi la prospettiva di abbattere risparmiando i costi di esproprio, sulla base di presunti difetti di autorizzazione paesaggistica risalenti al 1982, ha invece portato a puntare sulla carta dell’abusivismo, smentita poi dai Giudici.
Cavilli legali e paradossi del sistema giudiziario a parte, il punto ora è: che fare? La scelta di abbattere la struttura esistente, tra l’altro pericolosa poichè in completo stato di abbandono e accessibile anche ad incauti giovanissimi, si inserisce in un quadro più ampio di necessaria trasformazione della città di Pozzuoli, secondo criteri ispirati alla dimensione turistica e al rinnovamento urbanistico. Il “vincenzo a mmare” e i terreni circostanti restano un pugno negli occhi dalla terrazza del Rione Terra, un buco nero tra il lungomare Sandro Pertini e la recente passeggiata ricavata ai piedi dell’antica rocca. Esiste un progetto di 2 milioni e 400 mila euro di fondi europei di ulteriore riqualificazione dell’area che rischia di arenarsi. Difficile riuscire in tempi utili, entro il 2022, a procedere con l’esproprio, l’approvazione del progetto definitivo, i bandi, la demolizione, la realizzazione degli interventi, il collaudo e la rendicontazione. L’allarme in tal senso è lanciato dall’opposizione consiliare del Movimento 5 Stelle, che suggerisce di “rimodulare, se possibile, l’intervento per salvare almeno parte dei finanziamenti”. Anche il Sindaco Figliolia ha dichiarato che “la decisione del Consiglio di Stato sull’ex Vicienzo a mare ci indica un percorso diverso rispetto a quello intrapreso dall’amministrazione comunale. I giudici hanno stabilito che l’opera non è abusiva, ne prendiamo atto, ma la possibilità di abbattere il manufatto c’è sempre”, con l’impegno a portare avanti il progetto “finanziato nell’ambito del Programma PIU Europa per completare la riqualificazione del lungomare di Pozzuoli”.
Normale che esistano diversità di vedute, ma sarebbe un punto a favore della città confrontarsi in modo pragmatico e poi procedere celermente, con il dovuto e competente supporto anche degli uffici preposti, sulla strada della riqualificazione urbanistica, seppur complicata e non sempre lineare. Per non arrendersi al destino tutto italiano dell’immobilismo totale.

Scritto da Dario Chiocca


Classe '78, è tra i fondatori de L'Iniziativa, di cui è presidente. Puteolano, è cresciuto nel quartiere di Monterusciello, dove risiede. Laureato in Giurisprudenza, impegnato da sempre sulle questioni sociali, anche nei movimenti studenteschi e nelle organizzazioni sindacali, dal 2010 è avvocato presso il Foro di Napoli e svolge la sua attività professionale nel campo nel diritto civile e del lavoro. In ambito di normativa del lavoro, si occupa inoltre di formazione.