Inquinamento e mortalità oncologica, triste primato per l’Italia (e la Campania)

Sono 80 mila l’anno i decessi, in Italia, per inquinamento atmosferico, secondo l’OMS (Organizzazione mondiale della Sanità). Dato tristemente confermato dallo studio “Countdown on Health and Climate Change”, pubblicato, il 14 novembre scorso, sulla rivista scientifica “The Lancet” (che monitora i cambiamenti climatici su scala mondiale) che assegna all’Italia il primo posto in Europa e l’undicesimo nel mondo per “morti premature per esposizione alle polveri sottili”. Soltanto nel 2016, le polveri sottili PM2.5 hanno causato la morte di 45.600 persone.

ANCHE IN CAMPANIA DATI ALLARMANTI – Contribuiscono all’allarmante analisi i dati del registro dei tumori dell’ASL NA 3 SUD, il cui portale (www.registrotumorinapoli3sud.it) primo in Campania e terzo in Italia, è stato presentato a Palazzo Santa Lucia, lo scorso ottobre. Secondo i dati del registro (aggiornati al 2016), che coprono un’area di 57 comuni Sud di Napoli, l’inquinamento atmosferico è la causa principale dei tumori al polmone in Campania. Il dott. Mario Fusco, responsabile del registro, ha dichiarato che c’è “un eccesso di tumore polmonare nell’area di Portici, dove l’inquinamento ambientale da smog è maggiore.” E aggiunge che sono: “6500 i nuovi casi di tumore l’anno su una popolazione di un milione e 70.000 abitanti. La Campania ha il dato più alto del Sud Italia. I tassi in Italia sono alti al Nord poi scendono e al Sud, la Campania ha quello più alto per l’incidenza della città metropolitana di Napoli che ha 3,3 milioni di abitanti ed è fortemente urbanizzata quindi più a rischio”. Sconfortanti anche i dati del RT dell’ASL Napoli 2 Nord, che si riferiscono però al triennio 2010-2013, secondo cui nell’entroterra campano si registrano picchi di tumore ai polmoni e alla vescia per gli uomini, colon-retto e mammella per le donne. Nonostante le zone costiere di Pozzuoli, Ischia e Procida siano sotto la media, i dati relativi ai 32 comuni a Nord di Napoli (presi in esame dal suddetto RT) si allineano a quelli delle zone ad alta industrializzazione del Nord Italia.

LA PREVENZIONE – I registri dei tumori (RT) censiscono le patologie oncologiche che si verificano in Italia, permettendo l’aggiornamento dei dati epidemiologici su cui fondare strategie di prevenzione. Tuttavia, non tutte le aziende sanitarie campane (e delle altre regioni d’Italia) ne sono provviste. A lamentare il grave ritardo dell’istituzione dei registri, ed anche dell’aggiornamento di quelli esistenti, è il dott. Antonio Marfella, Presidente dell’Associazione dei Medici dell’Ambiente, secondo cui i registri dei tumori sono: ”il primo baluardo indispensabile, e sinora completamente ignorato, a tutela della salute pubblica (…) non solo della Campania, ma dell’intera Italia” ed aggiunge “E’ ora che si giunga a soluzioni rapide, concrete e semplici non solo per la migliore gestione dei rifiuti, ma soprattutto per la più efficace tutela della salute pubblica. Questa è prevenzione primaria”.

Ed è proprio sulla prevenzione che si concentra l’impegno della Regione Campania: dalla campagna “Mi voglio bene” al “sabato dello screening”, fino al recentissimo “Il Servizio sanitario si prende cura di te”. E ancora, nei Campi Flegrei: il “Preventour” e “Benessere della Comunità”, entrambe organizzate dal Distretto 35 di Pozzuoli. Visite gratuite, controlli, consulenze, che hanno coinvolto (e in alcuni casi salvato) migliaia di cittadini, sono, indubbiamente, iniziative necessarie e lodevoli, ma non ancora sufficienti per garantire un’adeguata assistenza a tutti i cittadini, soprattutto perché le campagne si rivolgono “soltanto” alla prevenzione di alcune patologie (ad es. tumori al colon-retto, alla mammella) escludendo le altre, non meno importanti. Urge un impegno immediato e concreto per contrastare il fenomeno della mortalità oncologica, che vada oltre il dovuto sreeneraggio.

L’ IMPEGNO ECONOMICO (CHE NON C’E’) – Le risorse del Fondo Sanitario Regionale campano non consentono di rispondere adeguatamente alle esigenze dei cittadini. Nonostante la Campania abbia superato, per la prima volta, la prova LEA (livelli essenziali di assistenza) del 2018, pesano sul bilancio le bocciature degli anni precedenti che non hanno consentito il prelievo del 3% dal Fondo Sanitario Nazionale (FSN) che, tra l’altro, assegna alla Campania anche un basso importo nella ripartizione dello stesso. Secondo i criteri di distribuzione dei finanziamenti, sono le regioni con un tasso di anzianità più elevato a necessitare di maggiore assistenza sanitaria e non quelle con un alto tasso di incidenza di neoplasie come, purtroppo, la Campania.

L’EMERGENZA AMBIENTALE – La famigerata “Terra dei Fuochi” che si estende su un territorio di 1076 km² e conta circa 2 milioni e mezzo di abitanti, ospita, secondo la Procura di Napoli Nord e l’Istituto Superiore della Sanità (ISS), circa 2767 siti di smaltimento legale e illegale di rifiuti. Questi ultimi sprigionano nell’aria veleni (anidride carbonica, azoto) con i righi tossici; contaminano l’acqua e la terra con lo sversamento di sostanze responsabili di mutamenti genetici (cloruro di metilene), rendendo la vita letteralmente impossibile. Per contrastare questo terribile fenomeno, numerosi i finanziamenti: ben oltre un miliardo di euro tra fondi europei, statali e regionali (cit. L’Espresso). Ad oggi ancora nessuna soluzione concreta. E si continua a morire.

Nonostante gli autorevoli studi scientificamente provati, i numerosi allarmi lanciati dai professionisti della salute, le frequenti denunce delle associazioni ambientaliste e soprattutto le vite spezzate, si tace sulla correlazione tra inquinamento e mortalità oncologica. Forse perché si spera che le prossime generazioni, diventate tutte “mutanti”, risolvano i problemi con i superpoteri. Ah, no. Non siamo in un film dei Supereroi. Non ci sono poteri extra terrestri, non ci sono “loop temporali”, non ci sono macchine del tempo sulle quali salire per tornare indietro e correggere il passato, quel passato che non è ancora passato, perché è presente. È Oggi. È ora. È adesso.

A cura di Vania Cuomo

Scritto da Vania Cuomo


Giornalista, laureata in Filosofia. Appassionata di arte e viaggi, musica e supereroi. Sensibile alle tematiche medico-sanitarie alle quali si avvicina come autrice di fumetti e come social media manager. Impegnata sul territorio dei Campi Flegrei, coniuga giornalismo e social per diffondere una corretta informazione, al servizio della collettività.