EDITORIALE / Recupero, lavoro, cultura: proposte per il Rione Terra di Pozzuoli

12963509_10153985518873213_3238355715297455223_nIL RIONE TERRA VISTO DAL MONTENUOVO (FOTO DI PAOLO VISONE)

L’ultima novità per il Rione Terra di Pozzuoli, la cui vicenda si trascina ormai da 46 anni dopo lo sgombero del 2 marzo 1970 ed il successivo abbandono, è la firma dell’accordo tra il Comune di Pozzuoli e l’agenzia del Demanio, siglata lo scorso 7 aprile. Si tratta di una convenzione per la valorizzazione del compendio immobiliare. L’Agenzia del Demanio si è impegnata a supportare il Comune di Pozzuoli con uno studio di fattibilità da compiersi entro il 2016, per individuare il percorso di valorizzazione più idoneo, assicurando la sostenibilità tecnica, urbanistica, giuridica ed economico-finanziaria dell’intera operazione. Un volta completata la fase progettuale, dovrebbe partire la gara internazionale per l’assegnazione della gestione degli immobili completati (quelli fino al Duomo, circa il 60 per cento del totale), fissata entro febbraio 2017.

Tappe forzate, dunque, per consentire finalmente l’arretramento del cancello di ingresso e verificare l’opzione turistico-alberghiera, con gruppi imprenditoriali individuati in maniera certa e una ricaduta occupazionale regolare e dignitosa, diretta e indiretta, basata su numeri concreti. In questa direzione sono state approvate recentemente due delibere dalla Giunta comunale guidata dal Sindaco Figliolia, le n. 26 e 27 del 6 aprile. La prima riguarda l’intesa istituzionale tra Comune, Mibac, Diocesi, Regione e Capitaneria di Porto, con la quale si demanda al Comune di Pozzuoli ogni decisione sulla gestione, da affidare ad un unico soggetto, e sulla bigliettazione unica delle aree archeologiche e museali; la seconda, nel definire lo schema di accordo siglato il giorno dopo con l’Agenzia del Demanio, ha distinto con precisione le aree da mettere subito a bando (ambito A), da quelle che saranno ancora oggetto di cantiere (ambito B), con destinazioni d’uso coerenti con quanto approvato dal Consiglio comunale nel 2002, con delibera n. 78. La strada dell’opzione prevalentemente ricettiva dell’albergo diffuso viene quindi ribadita e confermata, in un contesto che vede la presenza di un percorso archeologico, del Duomo (Tempio di Augusto) e di musei.

IL RUOLO DI CITTADINI, FORZE SOCIALI E CULTURALI – Fare presto, mettere a reddito il patrimonio immobiliare, porre fine ai lavori pubblici che fanno somigliare il Rione Terra ad una eterna Salerno-Reggio Calabria. Questi imperativi traggono origine da due ferite: quella della memoria, datata 1970; e quella delle occasioni mancate, vissute dalle generazioni successive. Ma l’atteggiamento verso il Rione Terra da parte dei cittadini non può essere solo di attesa. C’è molto spazio per associazioni e tessuto socio-economico per arricchire questo percorso, nei prossimi mesi e negli anni a venire. Per riempire di contenuti quello che in tanti, tra amministratori e operatori del settore, definiscono “turismo culturale”. Per fare del Rione Terra un luogo vivace e vissuto, evitando il rischio di creare una cittadella chiusa, impermeabile ed anonima, e quindi poco interessante e attraente anche agli occhi di turisti e visitatori.

LE PROPOSTE – Nello schema allegato alla delibera n. 27, (in basso l’immagine illustrata) si chiarisce la presenza di diversi edifici destinati a funzioni pubbliche, le cui destinazioni d’uso appaiono però ancora generiche o comunque da approfondire e contestualizzare. Dove si legge “Casa delle associazioni” (isola 14), “Auditorium” (isola 20b), “Centro Convegni” (isola 20c), ben venga il confronto sull’ipotesi di istituire in futuro centri studi con presenze di studenti universitari o laboratori artistici e teatrali a beneficio dei giovani talenti del territorio. Nelle palazzine n. 22, 23 e 25, che circondano Piazza 2 Marzo, il termine “uffici” aprirebbe alla possibilità di ragionare sulla presenza di strutture adibite a “co-working”, un sistema di condivisione degli spazi per giovani professionisti disposti a pagare un canone di locazione agevolato. In tutto il Rione è prevista la presenza di “botteghe artigianali”, si discuta se debba trattarsi di semplici negozi al dettaglio o piuttosto di realtà capaci anche di sviluppare e trasmettere competenze e mestieri. E poi ci sono due Chiese sconsacrate (San Liborio e San Celso) da trasformare in luoghi di cultura, in modo da legare e mettere in rete – in senso fisico e ideale – il Rione Terra con il Polo culturale già esistente del complesso Toledo, facendo fronte al notevole incremento di studenti, volumi, mostre e iniziative pubbliche che ruotano intorno alla biblioteca comunale. Per non parlare dei Palazzi di ingresso Migliaresi e De Fraia, dove troverebbe spazio il Museo civico, per il quale già si avanzano, da parte di amministratori e associazioni, ipotesi interessanti legate alla storia del Rione e al fenomeno bradisismico.

Non si tratta di “libri dei sogni”, ma di suggerimenti fattibili, che sopravvivono a qualsiasi campagna elettorale o cambio di consiliatura, alcuni dei quali emersi anche in occasione del recente incontro pubblico del 15 aprile promosso dall’associazione “Cittàmeridiana” intitolato “Laboratorio Rione Terra”. Avanzare proposte, in questa fase, non è solo un’opportunità, ma un obbligo morale. E recuperare il Rione Terra, per il suo valore centrale e strategico nello sviluppo della “Città flegrea”, è una sfida che richiede da parte di tutti partecipazione, controllo e cambio di mentalità. A sostegno di un processo accelerato negli ultimi anni e che oggi appare finalmente credibile.

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LA CARTINA ALLEGATA ALLA DELIBERA DI GIUNTA COMUNALE N. 27 DEL 6 APRILE 2016 DISTINGUE L’AMBITO DI INTERVENTO A (DA METTERE SUBITO A BANDO) DA QUELLO B (ANCORA OGGETTO DI LAVORI) E RIBADISCE LE DESTINAZIONI D’USO AD OGGI PREVISTE

Scritto da Dario Chiocca


Classe '78, è tra i fondatori de L'Iniziativa, di cui è presidente. Puteolano, è cresciuto nel quartiere di Monterusciello, dove risiede. Laureato in Giurisprudenza, impegnato da sempre sulle questioni sociali, anche nei movimenti studenteschi e nelle organizzazioni sindacali, dal 2010 è avvocato presso il Foro di Napoli e svolge la sua attività professionale nel campo nel diritto civile e del lavoro. In ambito di normativa del lavoro, si occupa inoltre di formazione.