Spiagge libere, dal Comune di Pozzuoli una scelta sbagliata

Sul sito istituzionale del Comune di Pozzuoli sono in corso di pubblicazione i bandi per l’affidamento a soggetti privati dei tratti di spiaggia libera. Gli atti, lo ricordiamo, sono figli della delibera di Giunta n. 82 del 3 giugno, con la quale l’amministrazione Figliolia ha predisposto un articolato piano di affidamento dei litorali attualmente privi di concessione su Via Napoli, Arco Felice-Lucrino e Licola, in considerazione dei rischi da contagio derivanti dalla pandemia covid 19 e della necessità di garantire il “distanziamento sociale”.

Avevamo espresso alcune critiche sul provvedimento, basato sull’affidamento a soggetti privati dei pochi tratti di spiaggia libera rimasta a Pozzuoli, che tuttavia poteva considerarsi un tentativo, in un quadro difficile e incerto scaricato tutto sugli Enti locali, di garantire la fruizione in condizioni di controllo e sicurezza. Ma dopo l’ordinanza n. 56 del 12 giugno della Regione Campania, che sostanzialmente ha alleggerito le prescrizioni, dando indicazioni ai Comuni come l’installazione di pannelli informativi, l’adozione di misure di informazione e prevenzione e la presenza, suggerita, di addetti alla vigilanza, la scelta dell’amministrazione puteolana di insistere nella pubblicazione di questi bandi appare inopportuna e superata. Basti riflettere sul fatto che nei vicini Comuni di Bacoli, Monte di Procida e Procida, oggi è possibile accedere (e sostare) sulle spiagge libere, essendo venuto meno anche l’obbligo di prenotazione on line, laddove inizialmente predisposto. Sarebbe stato preferibile adottare provvedimenti simili anche a Pozzuoli, distinguendo la fase emergenziale condizionata dal covid 19 dall’eventuale programmazione generale per gli anni a venire, a prescindere dai suoi contenuti, su cui discutere e confrontarsi.

Ad oggi, invece, le spiagge libere di Pozzuoli restano ufficialmente chiuse dal 28 maggio. Nei fatti, soprattutto nei fine settimana, ognuno fa ciò che vuole, non si escludono casi e segnalazioni di attività abusive e non ci sono controlli da parte di polizia municipale e forze dell’ordine. I soggetti privati che vorranno partecipare alla manifestazione di interesse dovranno farlo entro 7 giorni dalla pubblicazione. Un tempo brevissimo per una procedura pubblica, che tuttavia “consuma” altri giorni di calendario di questa estate già così anomala e surreale, con l’apertura che non avverrà prima di inizio luglio.

Analizzando i dettagli delle manifestazioni di interesse, emerge il chiaro indirizzo di favorire nella scelta i soggetti privati delle attività balneari limitrofe ai tratti di spiaggia libera. Si attribuiscono, infatti, 25 punti a chi ha disponibilità di aree di sosta in prossimità dell’area da aggiudicarsi, 20 punti a chi può offrire, sempre in prossimità, ulteriori servizi come bagni e docce, 20 punti a chi già dispone di personale con brevetto di bagnino e corsi di primo soccorso. E solo 10 punti per associazioni di promozione sociale costituite davanti a un notaio o 5 per soggetti privati di volontariato. Tutto legittimo sul piano dell’indirizzo politico e ineccepibile per quanto attiene al lavoro degli uffici tecnici. Peccato, però, che in Consiglio comunale e a mezzo stampa gli esponenti dell’amministrazione comunale avessero evidenziato ed enfatizzato la volontà di “favorire il mondo dell’associazionismo, specialmente ambientale”. Irrisorie, poi, sono le differenze di punteggio per chi propone prezzi di noleggio più bassi. Dall’attenta lettura della manifestazione di interesse si comprende meglio, infine, la natura e le caratteristiche della divisione a metà di questi piccoli tratti di litorale: il 50% è “preattrezzabile”, con ombrelloni, lettini e sedie a sdraio a pagamento; l’altro 50% è libero, ma l’utente può chiedere di usufruire dei servizi erogati dal privato, ovviamente sempre a pagamento. Così sembra doversi leggere la precisazione secondo cui “il prezzo dei noleggi, anche per le fornitura richiesta consentita sulla spiaggia libera, deve essere indicato nella proposta di partecipazione”. Sparisce, di fatto, la spiaggia libera intesa come “money free”, libera da ogni vincolo e da ogni presenza di soggetti privati, così come esiste in molte altre regioni di Italia, con dimensioni non residuali e dal valore sociale intrinseco.

Perchè il punto politico è questo: l’amministrazione comunale di Pozzuoli in tutte le sue componenti, sindaco, giunta e maggioranza consiliare, evidentemente non riconosce, in un momento storico di grave crisi sociale, la necessità di individuare adeguati spazi per la sosta e la fruizione gratuite – non solo di libero accesso per giungere a riva, cosa che è prevista per legge sempre, anche sui lidi privati – in favore di chi non può permettersi spese aggiuntive per godere del sole e del mare, diritto legato al benessere psico-fisico di ogni individuo e non (solo) alla sua ricerca di svago.

C’è una sola attenuante a questa scelta politicamente sbagliata: il suo carattere provvisorio, motivato da ragioni sanitarie. I bandi fanno riferimento alla stagione balneare 2020. Ma attenzione: nella delibera di giunta del 3 giugno, vero e proprio atto di indirizzo politico partorito durante una situazione che doveva esaurirsi con l’emergenza covid, l’amministrazione puteolana si riserva di valutare, a conclusione del periodo gestionale, se questa soluzione, dopo la sperimentazione effettuata, “possa essere posta a base di una futura strategia di valorizzazione della linea di costa, in via ordinaria o per un arco di tempo pluriennale”. Difficile avere certezze in questa fase storica, saranno i fatti a indicare dove si ferma l’adozione di una misura discutibile, ma dettata comunque da condizioni straordinarie, e dove comincia la visione sbagliata di considerare le spiagge solo dal punto di vista della valorizzazione economico-imprenditoriale.

Scritto da Dario Chiocca


Classe '78, è tra i fondatori de L'Iniziativa, di cui è presidente. Puteolano, è cresciuto nel quartiere di Monterusciello, dove risiede. Laureato in Giurisprudenza, impegnato da sempre sulle questioni sociali, anche nei movimenti studenteschi e nelle organizzazioni sindacali, dal 2010 è avvocato presso il Foro di Napoli e svolge la sua attività professionale nel campo nel diritto civile e del lavoro. In ambito di normativa del lavoro, si occupa inoltre di formazione.