Sanità in Campania, il Tar boccia i nuovi tetti di spesa

Mi dispiace non è possibile fare esami. Torni il 1° aprile e non oltre il 10, entro l’8 sarebbe meglio”.

È quanto si è sentita rispondere R., alla richiesta di poter fare prelievi di sangue, da un’infermiera di un laboratorio analisi. “Budget esaurito”, la motivazione. Stesso copione nel secondo centro di analisi cliniche convenzionato, ed anche nel terzo. In Campania, il budget erogato dalla Regione ai centri convenzionati per le prestazioni sanitarie ovvero visite specialistiche, esami di laboratorio, diagnostici ecc. termina, puntuale, nella prima decade di ogni mese. Gli esami, quindi, dopo questo periodo, devono essere pagati dalle cittadine e dai cittadini campani interamente, di tasca propria.

I provvedimenti regionali, le DelibereL’esaurimento in anticipo del budget della spesa sanitaria convenzionata, nella nostra regione, è un problema atavico. Due le delibere di Giunta Regionale (la n. 599/2021 e la n. 215/2022) che prevedono, da gennaio 2022, l’erogazione dei budget economici ad ogni singola struttura convenzionata su base mensile e non più annuale, al fine di “razionalizzare l’offerta di prestazioni sanitarie”, ed evitare così “l’esaurimento anzitempo del budget”, si legge nella delibera n. 215/2022, e “il conseguente blocco erogativo delle prestazioni”. Provvedimenti che, evidentemente, non hanno dato i risultati sperati. Il budget, sia a cadenza mensile sia a cadenza annuale (quest’ultimo utilizzato negli anni precedenti al 2022), termina con netto anticipo rispetto ai tempi decretati, costringendo (chi se lo può permettere) a rivolgersi a strutture sanitarie private; oppure ad utilizzare in maniera impropria le strutture pubbliche in particolare i pronto soccorso, sempre più affollati, ed ancora, ad allungare ulteriormente le già interminabili liste di attesa.

IL RICORSO E LA BOCCIATURA DEL TAR – A denunciare questo nuovo sistema di erogazione economica è stato un Laboratorio di Patologia Clinica iscritto alle associazioni Federbiologi e Confapi Sanità, che hanno contestato, attraverso ricorsi promossi innanzi al TAR Campania Napoli, l’attribuzione ai laboratori di analisi, accreditati da parte della Regione Campania, di tetti di spesa per ciascuna struttura senza tener conto del fabbisogno reale della popolazione, secondo quanto si legge nel comunicato delle associazioni. Alimentando, dunque, ulteriori disparità territoriali. Il passaggio dal finanziamento annuale a mensile, inoltre, ha ridotto non solo il numero delle prestazioni, danneggiando l’utenza, ma anche lo stesso budget previsto per l’intera branca di patologia clinica.

LA SENTENZA – La I sez.del Tar Campania Napoli accogliendo, nei giorni scorsi, il ricorso patrocinato delle associazioni ha annullato il budget attribuito alla struttura ricorrente ed ha imposto alla Regione di rideterminarlo, in virtù delle specifiche motivazioni e necessità che il Centro avrà cura di rappresentare con una dettagliata e puntuale relazione. Questa sentenza potrebbe costituire un precedente importante per riconsiderare sia i tetti di spesa stanziati per tutti i centri sanitari convenzionati, sia per le modalità di erogazione, assicurando all’utenza campana (che non si ammala a giorni alterni!) assistenza, prestazioni e cure sanitarie tutti i giorni dell’anno, in tempi certi e brevi. Perché una diagnosi tempestiva può salvare la vita.

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Scritto da Vania Cuomo


Giornalista, laureata in Filosofia. Appassionata di arte e viaggi, musica e supereroi. Sensibile alle tematiche medico-sanitarie alle quali si avvicina come autrice di fumetti e come social media manager. Impegnata sul territorio dei Campi Flegrei, coniuga giornalismo e social per diffondere una corretta informazione, al servizio della collettività.