RUBRICA DI CINEMA / Sangue del mio sangue di Marco Bellocchio

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Bobbio. Secoli fa, circa 1600. Benedetta è una suora accusata dall’inquisizione di aver portato alla pazzia Fabrizio, un giovane sacerdote. Condannata all’essere murata viva, Benedetta verrà salvata circa trent’anni dopo da Federico, fratello del sacerdote defunto. Tra i due scoppierà il desiderio. Lo stesso monastero è protagonista, poi, di una vicenda ambientata ai giorni nostri. Un uomo di nome Federico, come l’antecedente protagonista, lavora per il Ministero. Alla sua porta bussa un miliardario russo che vorrebbe acquistare il convento che, secoli fa, ha visto nascere e morire le vicende della suora Benedetta e del sacerdote Fabrizio. Il convento però è abitato da un conte che vive nella più completa solitudine. L’excursus della vicenda fino ad arrivare al finale è da “assaporare”.

Bellocchio, l’anarchico del cinema italiano, ritorna in sala con un film sottile, forse troppo. Autore di capolavori assoluti, con Sangue del mio sangue ripropone i temi a lui più cari: Bobbio, le relazioni umane e la declinazione libera della regia.

Uscito nelle sale italiane nel 2015, Sangue del mio sangue vede tra i protagonisti i bravissimi Herlitzka, Timi, Rohrwacher e Fracassi. Cast perfetto per un film che non ha niente di commerciale e che con il botteghino ha ben poco da vedere. E’ la critica, infatti, che consacra il film di Bellocchio, nominando la sua penultima pellicola a tre Nastri d’argento e facendolo vincere a Venezia 72’ con l’ambito premio FIPRESCI. Un’occhio di riguardo merita la fotografia, curata da Daniele Ciprì, anch’egli un regista italiano. Per concludere, il film di Marco Bellocchio è un’auto-celebrazione del suo cinema, quello che produce da anni, non piegandosi ai conformismi o alle necessità di mercato. Un film d’autore, quindi, che si spinge forse troppo, raggiungendo solo una determina cerchia di spettatori.

Scritto da Antonio Di Fiore


Classe '93. Sono nato e vivo tuttora a Napoli. Attualmente frequento il corso di laurea in Scienze della Comunicazione, curriculum Cinema e Televisione. Aspirante regista e sceneggiatore, credo fermamente nel potere della settima arte.