RUBRICA DI CINEMA / My name is Tanino di Paolo Virzì

premium-cinema-comedy_my-name-is-taninoCastelluzzo del Golfo, Sicilia. Tanino è un bravo ed ingenuo ragazzo con l’ambizione di diventare sceneggiatore. In una soleggiata estate s’innamora di una ragazza americana, Sally, sbarcata in Sicilia per trascorrere le vacanze. Dopo un breve flirt, la ragazza ritorna in patria. Tanino, con la scusa di portarle la videocamera che aveva dimenticato, decide di partire anche lui per il Nuovo Mondo. Dopo la conoscenza dei suoi loschi parenti italo-americani, Tanino attraverserà un vero e proprio viaggio esistenziale, che lo porterà a scoprire se stesso e le sue certezze.

Il quinto film di Paolo Virzì è già permeato di quel classico umorismo che rende le sue commedie uniche e particolari. Considerato uno dei maggiori “commediografi” del nostro paese, Virzì – prima di essere un regista – è un attento osservatore della società italiana e delle sue ingenue e simpatiche debolezze.

Il film segue le vicende di Gaetano Mendollia, detto Tanino da amici e parenti che, invaghitosi di una statunitense, decide di partire per l’America. Qui, come vuole lo stereotipo, Tanino si trova a disagio, prima perché scopre di essere imparentato con delle losche figure italo-americane, con i capelli gelatinati e il famoso accento maccheronico, e poi perché non riesce a trovare la sua amata Sally. Anzi, al contrario, per sostenersi finanziariamente è costretto a sottostare alla figlia del sindaco, un’obesa e tragicomica ragazza piena di problemi. Un barlume di felicità arriva quando Tanino incontra il trasandato regista Seymour Chinawsky (una brutta copia di Boukowsky) che gli promette di girare un film con lui. Anche stavolta la felicità di Tanino svanisce in una bolla di sapone quando vede morire, proprio fra le sue braccia, il suo mentore. Quasi come fosse la personificazione dell’emblematica canzone “tu vuò fa l’americano”, Tanino si muove in uno spazio a lui ostile, ostico, capace di dargli solo barlumi di bellezza ma che, necessariamente, svaniscono subito nel nulla. Perde ogni classico connotato, dunque, l’America di Virzì, che solo “da fuori” può sembrare la patria del benessere ma che, anzi, brulica di pericoli e ipocrisie. Ma come vuole la regola della commedia, “My name is Tanino”, finisce bene ed è capace addirittura di infondere un sano e simpatico umorismo.

Il “film di formazione” di Virzì verte sulla simpatica, ma non eccelsa, interpretazione del protagonista, incarnato da Corrado Fortuna. Nel cast figurano inoltre: Frank Crudele, nei panni di Angelo Maria Li Causi, Liciana Lentini, nei panni della madre di Tanino e una giovanissima e del tutto sconosciuta Rachel McAdams, nei panni dell’introvabile Sally . La leggenda vuole che l’ormai famosissima attrice americana sia stata “lanciata” proprio da Virzì.

Aspetti tecnici buoni. Belle le scenografie statunitensi; ottima la fotografia; intrigante la colonna sonora.

Riconosciuto d’interesse nazionale culturale dal Ministero per i Beni e le arti culturali, “My name is Tanino” è il classico film da inserire nel lettore dvd quando si è a casa con gli amici. Rigorosamente, però, davanti ad una (nazionale) pizza.

Scritto da Antonio Di Fiore


Classe '93. Sono nato e vivo tuttora a Napoli. Attualmente frequento il corso di laurea in Scienze della Comunicazione, curriculum Cinema e Televisione. Aspirante regista e sceneggiatore, credo fermamente nel potere della settima arte.