America. Jude e Mina sono una giovane coppia che si ama. Tutto procede per il meglio per i due amanti, finché non nasce un figlio. Ossessionata dalla cultura vegana e convinta che il mondo è pieno di contaminazioni esterne, Mina nutre il figlio secondo una particolare e pericolosa alimentazione. Ma il bambino non cresce. Jude, resosene conto, tenterà in tutti i modi di salvarlo. Il finale è agghiacciante.
Figlio di Maurizio Costanzo e reduce dal grande successo cinematografico La solitudine dei numeri primi, Costanzo torna sul panorama cinematografico con un’opera semplice, pulita ma allo stesso tempo feroce come poche.
Può essere considerata una denuncia ai moltissimi casi di malnutrizione infantile Hungry Hearts, che racconta una storia che ormai conosciamo bene: madri che nutrono i figli in malo modo in nome di qualche cultura o dieta particolare. Ma la grandezza di Costanzo sta nel come ha trattato questa storia. Una storia fatta di amore e passione ma che, vuoi per ignoranza, vuoi per influenze negative, vuoi per destino, diventa un dramma a tutti gli effetti. Il prodotto che ne viene fuori, però, è forse uno dei migliori film del cinema nostrano che si impone sulla scena critica in pompa magna. Grazie a questa pellicola, infatti, i due protagonisti Alba Rohrwaker e Adam Driver vinceranno entrambi la “miglior interpretazione” a Venezia che nomina tra l’altro anche Saverio Costanzo per il Leone d’oro.
Prodotto interamente da Rai Cinema, Hungry Hearts è un bellissimo affresco su uno dei temi più controversi della nostra contemporaneità.