Incontro a Palazzo Toledo con il regista Giuseppe Gaudino: “vorrei che il puteolano fosse consapevole delle sue origini”

1476178_10202781517252745_1093408014_nFoto di Marina Sgamato

Nell’ambito della rassegna La prima cosa bella, ciclo di incontri con autori di cinema, Pozzuoli rende omaggio a Giuseppe Mario Gaudino, regista, sceneggiatore e produttore puteolano. Nella cornice del Polo Culturale di Pozzuoli, a Palazzo Toledo, insieme a Giuseppe Borrone, storico del cinema, Giuseppe Maddaluno, docente ed esperto di cinematografia e Maria Teresa Moccia Di Fraia, direttore scientifico delle attività culturale del comune di Pozzuoli, il maestro Gaudino ha cominciato il dibattito raccontando gli esordi della sua carriera cinematografica; “per una persona come me che ha deciso di essere indipendente e fuori dal coro e che ha fatto di questa caratteristica un modo di vivere, ho incontrato non poche difficoltà in fase di lavorazione. Le difficoltà degli anni settanta erano anche quelle legate alla possibilità di reperire materiale cinematografico: è qui che nasce la mia voglia di ricerca, di conquistare una cosa. Una formazione rigorosa la mia, necessaria per far uscire fuori quella che è la propria inclinazione”. Presente al dibattito anche l’assessore alla culturale del Comune di Pozzuoli Franco Fumo, presente a Venezia all’epoca della presentazione al concorso di Giro di lune tra terra e mare: “Venezia in quel periodo parlò di Pozzuoli, e lo fece anche grazie ad un’altra opera presente alla rassegna, I vesuviani

Il dibattito è stato animato da domande delle platea che hanno sollecitato l’autore su alcune osservazione. Una di questa chiedeva il perché del suo allontanamento da Pozzuoli: “Da Pozzuoli sono andato via per la mancanza di spazi, di idee; è nel vuoto delle idee che la cittadinanza si appiattisce sul nulla. Un altro motivo che mi ha spinto a viaggiare è stata una questione economica, di fondi necessari per produrre i miei film. Ma la mia partenza è legata anche al piacere di scoprire nuovi posti.”. Proprio il viaggio rappresenta una costante delle opere di Gaudino: partendo da Pozzuoli ha poi coltivato quella particolare inclinazione  nei confronti dei più deboli, degli emarginati, degli oppressi che lo hanno spinto a recarsi in quei luoghi in cui tali tematiche erano particolarmente enfatizzate: Ruanda, Libano, Azerbajan, Messico, Afghanistan. Attraverso la realizzazione di queste opere, Gaudino si avvicina e affronta tematiche di popoli che sono stati sdradicati dal proprio territorio; sembra essere questo il filo conduttore che lega il lavoro del Gaudino.

Come non ricordare, a tal proposito, Giro di lune tra terra e mare, splendida testimonianza dello scippo identitario subito dalla popolazione puteolana. Un film che, come sostiene Borrone, andrebbe inserito nei programmi scolastici, e che ha saputo cogliere gli aspetti più drammatici di una ferita che ancora oggi stenta a rimarginarsi, di un dramma collettivo di cui Gaudino ha saputo rendere splendidamente in immagini lo sdradicamento forzato dal proprio territorio. “Con Giro di lune tra terra e mare volevo raccontare l’entropia e Pozzuoli aveva la scenografia per raccontare la perdita di tutto. Se devo immaginare una seconda parte del film, ambientata ai giorni nostri, mi concentrerei non più sulla perdita fisica, ma su quella mentale. Vorrei che il puteolano fosse puteolano sempre. – continua Gaudino a proposito del film del 1997 – Quello che è accaduto a Toiano mi è dispiaciuto molto: un’urbanistica di sinistra ha pensato che andando a vivere lì fosse cosa buona per i puteolani”. Completano la filmografia di Gaudino dedicata a Pozzuoli altri due lavori: 0567 – Appunti per un documentario su Pozzuoli, del 1988, e Calcinacci, del 1990, documentario con la co-regia di Sandri, dedicato a un gruppo di ragazzi che si intrufolano in un  Rione Terra abbandonato. Il dibattito si è concluso con la visione di alcuni frammenti di “Per questi stretti morire”, opera del 2010 di Gaudino in cui viene ripercorsa la straordinaria esistenza di Alberto Maria De Agostini.

 

Scritto da Antonio Lucignano


Puteolano, classe ’87, aderisce al progetto politico de L’Iniziativa nel settembre del 2009. Laureato in Industria Culturale e Comunicazione Digitale all’Università La Sapienza di Roma, si occupa di comunicazione e social media marketing. Legato ai Campi Flegrei ed orgoglioso delle sua identità culturale.