RUBRICA DI CINEMA / Latin Lover di Cristina Comencini

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A San Vito dei Normanni nasce e muore uno dei più grandi attori che il cinema italiano abbia mai avuto: Saverio Crispo. Dieci anni dopo la morte dell’attore si riuniscono in casa della prima moglie Rita, tutte le figlie avute nel corso degli anni e in diversi luoghi del mondo. Al banchetto c’è la figlia francese Stephanie, la figlia spagnola Segunda, la figlia svedese Solveig e la figlia italiana Susanna con il compagno Walter. Mentre si aspetta l’ultima figlia, la statunitense Shelley, arriva al banchetto lo spagnolo Pedro del Rio, uno stuntman che, a quanto pare, è colui che sembra meglio conoscere l’attore nonché padre delle cinque donne. Con un andamento tragicomico il film si muove tra alti e bassi, tra litigi e perdoni.

Figlia dell’immortale Luigi Comencini, Cristina porta al cinema una commedia sofisticata, ben girata e con un cast meritevole.

Il film, tralasciando la figura di Pedro del Rio, è tutto al femminile. L’andamento, quasi teatrale, si abbandona ai dialoghi che, invece, appartengono alla vita vera. Sebbene al centro della storia ci sia la vita e la mitizzazione del padre, le figlie scoprono di conoscere quasi niente di quest’ultimo, se non qualche aneddoto d’infanzia. A far luce su chi era l’uomo e non l’attore, è lo stuntman che ha lavorato con lui per anni ed anni, una persona estranea alla famiglia ma che in realtà ha conosciuto Saverio da vicino, che ha ascoltato ciò che ha provato, ciò che vissuto. Risulta bravissima, dunque, la Comencini che, in questo ritratto tutto al femminile, modera la ferocia e i sentimenti delle donne che rivendicano l’uomo amato. Ferocia e sentimenti che si ricordano attraverso conferenze stampa, proiezioni, serate di gala e riconoscimenti di premi: tutti ricordi del padre che ha caratterizzato le loro vite.

Ben strutturato il cast. Ammirevole il ruolo di Virna Lisi, qui al suo ultimo lungometraggio.  Candidato a quasi tutti i maggiori premi e riconoscimenti italiani, Latin Lover è una commedia dolce e sofisticata come le donne che l’hanno interpretata.

Scritto da Antonio Di Fiore


Classe '93. Sono nato e vivo tuttora a Napoli. Attualmente frequento il corso di laurea in Scienze della Comunicazione, curriculum Cinema e Televisione. Aspirante regista e sceneggiatore, credo fermamente nel potere della settima arte.