POZZUOLI / Luoghi d’arte, laboratori, teatro: come favorire la produzione culturale? La parola agli operatori locali

_Z6A1749-(Copia)SPETTACOLO ALLE SCALE DEL PURGATORIO (Foto di Paolo Visone)

Pozzuoli città della cultura. Torniamo a parlare di spazi e laboratori teatrali, argomento che resta più che mai attuale e nodo irrisolto. Torniamo a parlare di teatro e di luoghi di produzione culturale perché se la prima affermazione di quest’articolo vuole essere considerata vera, fondamentale è avere un vero teatro in città. Teatro che non vuole indicare solo un luogo fisico, in cui poter mettere in scena opere, commedie e affini, ma un luogo che attraverso i suoi strumenti possa creare una realtà stabile che coinvolga tutta la cittadinanza.

Un vero teatro comunale a Pozzuoli manca da 40 anni, 40 anni in cui gli unici avvenimenti culturali più duraturi, patrocinati o in collaborazione con il Comune, sono gli eventi di Natale, malazè e il jazz festival. L’esigenza della nostra città di avere una struttura come il teatro si spiega facilmente. Pozzuoli è una città che lentamente si sta risvegliando, sta cambiando la propria faccia partendo dall’estetica delle sue strade e piazze. Pozzuoli è una città che vuole guardare al futuro, un futuro che a sua volta guarda al turismo, all’accoglienza, ma soprattutto un futuro che guarda ai luoghi che hanno fatto la nostra storia, quindi un futuro basato sulla cultura a 360 gradi. Il teatro non sarebbe altro che la base da cui far partire la crescita culturale del nostro Comune, sarebbe il luogo ideale per avvicinare i giovani all’opere letterarie, alla recitazione. Un teatro aperto a tutti darebbe la possibilità alle persone di comprendere la fatica che c’è dietro all’allestimento di un lavoro teatrale, fatica condivisa da attori e addetti ai lavori.

Per portare a termine questo progetto serve l’aiuto condiviso dell’amministrazione comunale e delle associazioni che si occupano di quest’area d’interesse. Ne abbiamo parlato con due attori rappresentanti di queste associazioni, Pasquale Ioffredo, di En Art, e Carmine Borrino, di Crash. Entrambi si sono detti molto disponibili a portare avanti un discorso a più mani con il sostegno del Comune. Entrambi comprendono l’importanza dell’esistenza di un teatro in città.

L’associazione En Art già in passato aveva protocollato al Comune di Pozzuoli una richiesta scritta per chiedere la disponibilità e l’impegno per un teatro stabile. Il progetto dell’associazione, così come ci ha spiegato Pasquale Ioffredo, prevede un teatro con non più di 100/150 posti a sedere, almeno per iniziare, che comprenda anche il laboratorio di falegnameria, quello per i costumi, quello per le scenografie. Insomma un teatro con tutti gli annessi per far si che le opere siano di qualità. La proposta di En Art da offrire alla cittadinanza vuole essere seria e completa, pensa ad un teatro che comprenda, oltre alla classica campagna di abbonamenti e a un cartellone teatrale all’altezza, anche spazio nel calendario per rassegne di compagnie amatoriali, laboratori di formazione artistica e tecnica, matinè per le scuole, festival, mostre ed eventi. Inteso a questo modo il teatro, cosa da non sottovalutare, creerebbe anche molti posti di lavoro, i laboratori sfornerebbero individui che hanno imparato un “mestiere” che a loro volta potranno insegnare, rispolverando mestieri ormai quasi scomparsi nel nostro paese.

Anche Carmine Borrino dell’associazione Crash si è detto d’accordo su tali proposte e in più ha alzato il tiro, proponendo di chiedere alla Soprintendenza dei beni archeologici l’apertura dei siti, come il tempio di Serapide o l’anfiteatro Flavio, per poter allestire opere teatrali, fondendo in tal modo cultura arte e storia. È questo il modo per far conoscere la nostra storia non in modo aleatorio, ma toccando con mano i luoghi in cui si andata formando la nostra cultura, integrando la vita di tutti i giorni, i luoghi che vediamo quotidianamente e il lavoro teatrale.

Questi giovani attori, con già alle spalle molti successi in campo lavorativo, sono fermamente convinti che qualcosa di positivo, nella nostra città, si possa fare. Con i nuovi sviluppi in campo politico, più precisamente con l’assunzione dell’assessorato alla cultura di Alfonso Artiaco, decisamente competente in materia, si spera che le speranze di veder muovere qualcosa nella giusta direzione non siano vane. È compito dell’amministrazione comunale di Pozzuoli mettere in campo tutte le forze a sua disposizione per far si che tali proposte non restino tali, ma diventino progetti realizzabili. Pozzuoli così, dopo aver cambiato il suo aspetto esteriore sarebbe in grado di cambiare anche quello culturale.

Scritto da Francesca Migliaccio


Tra i fondatori dell'Iniziativa. Vivo a Monteruscello, quartiere di Pozzuoli. Impegnata nel sociale e mediatrice familiare.