Piazza Severini di Monterusciello, un “lavoro a metà”

Dispiace dover commentare la fine di un lavoro pubblico in città, registrando luci e ombre. Se la qualità tecnica dell’opera deve essere valutata dall’amministrazione comunale e dai suoi uffici, ci sono criticità che emergono agli occhi dei cittadini dopo un semplice sopralluogo. Con conseguenti riflessioni, anche rispetto a ciò che va fatto ora, per non lasciare l’intervento fine a se stesso.

Annunciati per la prima volta nel novembre 2016, con un progetto definitivo approvato nel settembre 2018, i lavori sono cominciati nel giugno 2020 e sono stati consegnati senza la cura delle aiuole e con il deposito incustodito di scarti in ferro, non proprio sicuri per l’incolumità dei più piccoli. Le gradinate non sono state “sbiancate” del tutto. Ci sono però cestini, rastrelliere per bici e panchine nuove. Si è perso, rispetto ai grafici del progetto iniziale, il murales a terra di stile futurista dedicato all’artista Severini che da il nome alla piazza, che avrebbe colorato la pavimentazione, e connotato il luogo culturalmente. Ma più di ogni altra cosa, colpisce che l’intervento – costato circa 250 mila euro – non ha interessato anche gli immobili, in passato occupati abusivamente, il cui riutilizzo con una destinazione d’uso sociale è la chiave di svolta per per la concreta valorizzazione dell’area. Il lascito di questi lavori pubblici è rappresentato essenzialmente dalla copertura delle vasche mai messe in funzione (tranne, a memoria di chi scrive, in occasione della festa de l’Unità dell’estate 1994) e dall’apertura della piazza verso la strada dal lato del complesso scolastico, con la rimozione di barriere visive, fatto quest’ultimo importantissimo per una maggiore frequentazione (e controllo) popolare.

Ma non doveva essere un semplice restyling. Piazza Severini, infatti, è un luogo strategico per una possibile socialità pubblica nella zona alta di Monterusciello, denominata anche “Monterusciello 1”, fisicamente centrale tra le cooperative e i “600 alloggi”. Scenario nel corso degli anni di concerti ed eventi pubblici, oggi è nelle adiacenze di uno spazio che è già luogo di ritrovo sia di anziani sia di giovanissimi, grazie alla presenza di un campo di basket e di una “casa dell’acqua”. Ci sono le premesse, dunque, affinché piazza Severini venga individuata dalla cittadinanza come punto di riferimento per il tempo libero. A condizione che sussistano due semplici requisiti, ancora più essenziali in un quartiere dalle caratteristiche urbanistiche di Monterusciello, che ha ampie distanze tra le strade e i palazzi: un motivo (lecito) per raggiungere la piazza e la possibilità di fermarsi. Per il recupero e la valorizzazione degli immobili va certamente incoraggiato l’impegno di un nuovo intervento, che al momento però è assente nel piano triennale delle opere pubbliche. Così come non sarebbero da escludere, ma da verificare, ipotesi di assegnazione a soggetti privati con l’onere di assumere i relativi costi (in tutto o in parte) di ristrutturazione e/o manutenzione. In ogni caso, la questione si incrocia con l’approvazione di un regolamento comunale per l’assegnazione di beni pubblici con finalità sociale. Basta intendersi, però, e concordare sull’obbiettivo: quell’area di Monterusciello, a differenza di altre, ha una vocazione esclusivamente socio-ricreativa, e a tale destinazione d’uso vanno orientate future scelte dell’Ente pubblico, per non lasciare le cose a metà. Intanto, nell’immediato, ci sono strumenti possibili da mettere in campo, per consentire ai residenti di “appropriarsi” del luogo, che rientrano nella sfera dell’ordinaria amministrazione: piantare alberi e istallare attrazioni come un’area giochi per bambini, per dare “frescura” e “colore” a quella che rischia di rimanere una distesa grigia di periferia, con singole panchine a fare da monumento alla solitudine.

(FOTO di Paolo Visone, Sopralluogo a cura della redazione)

Scritto da Dario Chiocca


Classe '78, è tra i fondatori de L'Iniziativa, di cui è presidente. Puteolano, è cresciuto nel quartiere di Monterusciello, dove risiede. Laureato in Giurisprudenza, impegnato da sempre sulle questioni sociali, anche nei movimenti studenteschi e nelle organizzazioni sindacali, dal 2010 è avvocato presso il Foro di Napoli e svolge la sua attività professionale nel campo nel diritto civile e del lavoro. In ambito di normativa del lavoro, si occupa inoltre di formazione.