Pesca, bandi pubblici per oltre 9 milioni di euro

La conferma è giunta da luglio e non ha colto impreparati gli operatori del settore. Sono due mesi ormai, che la Regione Campania ha pubblicato i bandi del Fep per quasi 9 milioni di euro in favore della pesca. Nello specifico, 3 milioni e mezzo sono destinati al finanziamento dei piani di gestione (misura 3.1). Si tratta di uno strumento con il quale cooperative di pescatori e produttori possono pianificare le proprie attività con l’accordo e la collaborazione di Enti di ricerca riconosciuti.

I pescatori del territorio flegreo si dichiarano pronti ad accettare la sfida per partecipare all’erogazione dei fondi. Gli operatori della piccola pesca di Pozzuoli, Bacoli, Monte di Procida, Margellina e Mondragone, riunti in consorzio, hanno definito con l’Unimar (Istituto di ricerca scientifica) un Piano di gestione che caratterizza la propria attività in senso ancora più ecocompatibile e innovativo. Previste, infatti, tra le altre cose, la “riduzione dello sforzo di pesca” che consiste nell’adozione di maglie più larghe nelle reti finalizzate ad una pesca più selettiva e uno o più “mesi di ferma” nel periodo di luglio e agosto – per favorire il ripopolamento dei mari. Un progetto che, se realizzato, darebbe respiro, non solo economico, a un settore tradizionale in evidente difficoltà a reggere in tempi moderni il peso e i sacrifici che ne derivano.

Ma le responsabilità coinvolgono anche le Istituzioni e le amministrazioni comunali. Nell’ambito della misura 3.3, infatti, sono ben 3 milioni e 200mila i fondi per interventi di adeguamento dei porti di pesca esistenti. Di questi, 500mila euro sono destinati in modo ancora più specifico per attrezzare i punti di sbarco nei quali, una volta realizzate le necessarie infrastrutture, i prodotti ittici possono essere acquistati direttamente dai pescatori. Un’opportunità che sembra calarsi alla perfezione ad alcuni dei nostri porti, come quello di Pozzuoli.

Tra i pescatori c’è molta consapevolezza ed aspettativa. La piccola pesca resta il vero anello nevralgico per tutta la filiera basata sulla raccolta e la commercializzazione dei prodotti ittici locali di qualità. E i problemi sono noti e sotto gli occhi di tutti: assenza di infrastrutture e magazzini per il deposito delle reti, spazi ridottissimi per l’attracco in un porto occupato quasi esclusivamente dal diportismo, separazione dalle aree mercatali. “Attendiamo un incontro con il Sindaco Figliolia e l’assessore alle attività produttive Carlo Morra, al quale intendono partecipare tutte le associazioni di categoria e saremo seguiti anche dai nostri progettisti”- queste sono le parole di Peppino, tra i pescatori organizzati nella Federcopesca, raccolte ai primi di agosto. L’estate è trascorsa, pare non si sia ancora mosso nulla, ma ci auguriamo sinceramente di essere smentiti dagli amministratori di Pozzuoli, che invitiamo pubblicamente a replicare e chiarire i loro progetti sul tema. Le opportunità ci sono, i fondi anche, il punto diventa adesso innanzitutto politico. Tutte le amministrazioni comunali del “capoluogo flegreo” che si sono seguite nel corso degli ultimi 20 anni hanno infatti privilegiato, almeno nei proclami, la destinazione turistico ricettiva del porto di Pozzuoli. In questo contesto qual’è il ruolo e lo spazio, non solo fisico, ma anche socio-economico e culturale, che deve assumere la pesca tradizionale e di qualità?  La scadenza per la partecipazione ai bandi è fissata a dicembre, ma i pescatori puteolani attendono da tempo di incontrarsi con la giunta e pretendono impegni precisi. Sarebbe interesse generale se tutta la comunità flegrea e le forze politiche e sociali attribuissero al rilancio della piccola pesca il valore di bene comune.

Scritto da Dario Chiocca


Classe '78, è tra i fondatori de L'Iniziativa, di cui è presidente. Puteolano, è cresciuto nel quartiere di Monterusciello, dove risiede. Laureato in Giurisprudenza, impegnato da sempre sulle questioni sociali, anche nei movimenti studenteschi e nelle organizzazioni sindacali, dal 2010 è avvocato presso il Foro di Napoli e svolge la sua attività professionale nel campo nel diritto civile e del lavoro. In ambito di normativa del lavoro, si occupa inoltre di formazione.