MUSICA/ Luce del Sud: l’incantesimo di Franco Battiato a Piazza del Plebiscito

IMG-20170605-WA0062Piazza del Plebiscito gremita di persone ha accolto Franco Battiato a Napoli, per il concerto gratuito che ha aperto di fatto il “Napoli Teatro Festival”. Il cantautore siciliano ha presentato “Luce del Sud”  accompagnato dall’Eletric Band e dalla Symphony Orchestra. Per uno spettacolo che ha decisamente soddisfatto il pubblico.

L’APERTURA  – Lo spettacolo si apre puntuale con l’intervento del Presidente alla Regione Campania Vincenzo De Luca, il quale tenta di accattivarsi il pubblico con parole di tolleranza e coraggio relative agli ultimi attacchi terroristici di Londra. Intervento che pare non abbia avuto presa tra il pubblico che non ha nascosto la sua indolenza. Tema centrale proposto dal Teatro Napoli Festival di quest’anno sarà il legame tra musica e teatro. Non a caso, dunque, la musica di Battiato è stata intervallata da letture di varie poesie tratte dai lavori di Giordano Bruno, Giambattista Vico e Wystan Hugh Auden, tutte con leitmotiv “Il Mediterraneo”.

LA SETLIST –  “Benvenuti”: la calda voce di Battiato apre il concerto di fronte ad un vasto e variegato pubblico a Piazza del Plebiscito.
“L’era del cinghiale bianco” dà il via ad una scaletta di 20 brani che toccano i momenti più importanti della carriera dell’artista: l’omonimo album del 1979, infatti, ricco di riferimenti alle idee esoteriche dell’intellettuale René Guenon, si classificò come miglior album italiano dell’anno nonostante le critiche della stampa e le poche copie vendute. Momenti romantici con “La stagione dell’amore”, ma l’apice di energia si ha con la tripletta “Cuccurucù – Centro di gravità permanente – Voglio vederti danzare” con la quale il pubblico napoletano lascia andare la compostezza che aveva mantenuto e si abbandona ad una allegra danza cantando a sguarciagola.

UNO SPETTACOLO DI VALORE – Brani orecchiabili, ma ricchi di spiritualità ed esoterismo: forse tra le più note di Battiato, Centro di gravità permanente, si fonda proprio sulle teorie psicofisiche del filosofo Georges Ivanovič Gurdjieff, inerenti alle difficoltà dell’essere umano di trovare il “proprio centro interiore”, indispensabile al controllo delle pulsioni emotive e irrazionali. Il concerto si chiude con la classica napoletana “Era de Maggio” e “Stranizzi d’amuri”, primo brano dell’artista scritto interamente in dialetto siciliano; due dialetti così diversi, ma due terre così vicine nell’orgoglio di chiamarsi Sud.

Scritto da Amalia Cinquegrano


Nata e cresciuta a Scampia, dopo la laurea in Lingue e Letterature Straniere ha trascorso diversi anni in giro per il mondo. Rientrata a Napoli per continuare gli studi per l'insegnamento delle lingue e dello yoga, dal 2017 collabora con l'Iniziativa.