Manifestazione a Napoli per la “terra dei fuochi”. In migliaia i partecipanti, ma i promotori dimostrano pochi contenuti. TUTTE LE FOTO DEL CORTEO

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FOTO DI PAOLO VISONE, ANDREA D’AGOSTINO E PAOLA VISONE

La mobilitazione generale “Stop ai roghi” si è svolta nel pomeriggio di sabato 26 ottobre nel cuore di Napoli. Il corteo, organizzato dal comitato “La terra dei fuochi” e promosso soprattutto sui social network, ha visto la partecipazione di circa 20 mila persone. Partito da piazza Dante, ha invaso Via Toledo per attraversare Piazza Matteotti e raggiungere la Prefettura in Piazza del Plebiscito.

La provincia è giunta al centro metropolitano della città. Anni di presidì e di resistenze sui territori hanno fatto maturare una coscienza che oggi ha preso corpo e che si arricchisce, finalmente, di nuove sensibilità sulla tragedia legata ai rifitui tossici .  Una delle caratteristiche più positive e incoraggianti della giornata è stata sicuramente l’enorme presenza di giovanissimi e di intere famiglie con i propri bambini. Alcuni indossano mascherine, altri innalzano i nomi delle proprie città su fogli di quaderno o cartelloni, da Giugliano a Calvizzano, da Acerra a Casoria. C’erano anche le “mamme vulcaniche” del vesuviano. Lo slogan più gettonato è di una semplicità disarmante: “Noi vogliamo vivere!” Gli striscioni sono quelli dei comitati. Su uno di questi si legge “Tumori in Campania? Si ringraziano Stato, industrie e camorra”. Anche se a colpire di più è un cartello agitato da tre bellissime bambine, che reca la scritta “Vulessem murì vicchiarell”. E non c’è bisogno di aggiungere altro, almeno per quanto riguarda il corteo, pieno di voglia di reagire e dai caratteri spiccatamente popolari.

Purtroppo, resta la difficoltà di canalizzare la rabbia di tanta gente in un percorso di lotta chiaro e radicale. Eppure, le parole d’ordine dovrebbero essere semplici: bonifiche subito e contrasto ai traffici di rifiuti illeciti della camorra. Dai promotori del corteo, invece, si sono ascoltate frasi ambigue e qualunquiste. Angelo Ferrillo, nel corso del suo “comizio” a Piazza Plebiscito, dopo una sterile diatriba sul numero di partecipanti al corteo, ha rivolto la polemica esclusivamente nei confronti di “questi signori politici e amministratori”, divagando su temi delicati come  inceneritori, registro tumori e bonifiche. Questioni sulle quali parte dei manifestanti chiedeva invece parole e proposte precise, al punto da contestarlo e costringerlo a cedere la parola ai rappresentanti di alcuni comitati dei territori come quelli di Giugliano e di Terzigno. La scarsità di contenuti e lo stato confusionale dimostrato sul palco ha indotto poi molti manifestanti a lasciare la Piazza a comizio ancora in corso.

L’augurio di tutti è che questo movimento di popolo, dalla consapevolezza nuova rispetto agli isterismi per i sacchetti sotto casa frutto di tanti anni “rubati” e segnati dalla permenanete emergenza rifiuti, continui ad avanzare, individuando con maggiore chiarezza i propri obbiettivi. L’appuntamento è ora il 16 novembre alle 14.30 a Piazza Borsa di Napoli, in occasione della manifestazione dal titolo “Stop al biocidio” promossa dal movimento #fiumeinpiena.

Scritto da Dario Chiocca


Classe '78, è tra i fondatori de L'Iniziativa, di cui è presidente. Puteolano, è cresciuto nel quartiere di Monterusciello, dove risiede. Laureato in Giurisprudenza, impegnato da sempre sulle questioni sociali, anche nei movimenti studenteschi e nelle organizzazioni sindacali, dal 2010 è avvocato presso il Foro di Napoli e svolge la sua attività professionale nel campo nel diritto civile e del lavoro. In ambito di normativa del lavoro, si occupa inoltre di formazione.