L’EVENTO/ Si è concluso il “Festival dell’Oriente”: c’è tanto da migliorare

Quello appena trascorso è stato l’ultimo weekend per l’attesa manifestazione dedicata alle culture orientali, il Festival dell’Oriente. La manifestazione si è conclusa proprio domenica 24 Settembre. A sancire la fine  dell’edizione 2017 l’Holi Fest, la famosa festa dei colori di origine induista. L’evento è stato sicuramente pubblicizzato bene creando anche grandi e giuste aspettative verso gli avventori: immagini e video che suscitano in chiunque voglia di esotico e di spiritualità. Ma il Festival dell’Oriente ha realmente soddisfatto le aspettative dei visitatori? Purtroppo no.

I DISAGI – Tanto il potenziale, tanta la voglia e la passione degli operatori del benessere e delle bellissime danzatrici del ventre, ma altrettanti disagi che non sono di certo passati inosservati agli spettatori, primo in assoluto la location. La Mostra d’Oltremare si presenta ormai in condizioni di reale decadenza e disuso: pavimenti e pareti sporchi e danneggiati, illuminazione inadeguata e due sale conferenze divise da un semplice pannello che non isola sonoricamente le due aree, causando disagio e dispersione delle informazioni. Altra pecca gli stand, anzi, per dirla meglio “le bancarelle”: è vero che l’idea principale è quella di ricreare atmosfere esotiche, ma non al punto di sentirsi al Gran Bazar di Instanbul dove si cerca di vendere qualsiasi cosa in maniera quasi fastidiosa per un visitatore e a prezzi decisamente cari. Per non parlare delle aree ristoro: prezzi inacessibili per cibo decisamente di scarsa qualità.

RABBIA – Fa rabbia. Quella che potrebbe essere una vera occasione per avvicinare persone nuove a discipline e religioni dalla storia millenaria e che al giorno d’oggi si rivelano sempre più utili per il miglioramento del benessere psicofisico degli occidentali, si riduce ad un semplice teatrino di spettacoli e folklore.

GLI ASPETTI POSITIVI – Sicuramente più interessanti le conferenze, nelle quali si è potuta respirare professionalità e preparazione, come quelle tenute dal Prof. Giuseppe Gallucci, presidente della AIOB di Napoli. Anche gli spettacoli hanno destato un certo fascino: molto emozionante l’esibizione dei suoni guaritori sciamanici e dei balli popolari indiani. Non da meno il padiglione dedicato al benessere e allo yoga, che forse avrebbe meritato più spazio. Una città piena di talenti e di potenziale, ma che ancora oggi non riesce ad esprimersi a pieno a causa di pressappochismo e superficialità. Quanto cammino ci sarà ancora da fare?

Scritto da Amalia Cinquegrano


Nata e cresciuta a Scampia, dopo la laurea in Lingue e Letterature Straniere ha trascorso diversi anni in giro per il mondo. Rientrata a Napoli per continuare gli studi per l'insegnamento delle lingue e dello yoga, dal 2017 collabora con l'Iniziativa.