Le opportunità dei Patrimoni Unesco in Campania, una sfida per la comunità flegrea

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È iniziata la sfida, lanciata dal sindaco di Pozzuoli Vincenzo Figliolia, per la candidatura dei Campi Flegrei ad entrare a far parte del Patrimonio Unesco. Questo uno dei temi cruciali trattati ieri 24 ottobre a Villa di Livia a Pozzuoli riguardo le opportunità dei patrimoni Unesco in Campania e il ruolo delle comunità locali. Un incontro realizzato con la collaborazione del Comitato Giovani Unesco della Commissione Nazionale Italiana, Icomos Italia, Malazé e il supporto di Villa di Livia. Obiettivo lo sviluppo di un percorso di partecipazione e confronto tra i cittadini, associazioni, enti e organizzatori, riguardo i valori universali di cui i siti Unesco sono portatori, ponendo dunque le basi per la nascita di forme attive di valorizzazione e fruizione, in cui anche le istituzioni locali, nazionali e internazionali, giocano un ruolo fondamentale.

L’UNESCO – È un’agenzia specializzata delle Nazioni Unite, creata con lo scopo di promuovere la pace e la comprensione tra le nazioni con l’istruzione, la scienza, la cultura, la comunicazione e l’informazione. La Commissione Nazionale Italiana, istituita nel 1950, ha lo scopo di favorire la promozione, il collegamento, l’informazione, la consultazione e l’esecuzione dei programmi Unesco, anche in Italia.

PATRIMONI UNESCO IN CAMPANIA – Il patrimonio materiale e immateriale della Campania è vesto ed eterogeneo: Centro Storico di Napoli; la Reggia di Caserta con il Parco; l’acquedotto Vanvitelli e il Complesso di San Leucio; le aree archeologiche di Pompei, Ercolano e Torre Annunziata; la Costiera Amalfitana; il Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano, con i siti archeologici di Paestum, Velia e la certosa di Padula; “I Longobardi in Italia. Luoghi di potere” con il complesso di Santa Sofia a Benevento; i Gigli di Nola; la Dieta Mediterranea.
Tutti rappresentano grandi opportunità di crescita economico-occupazionale.

IL DIBATTITO – Ad aprire la conferenza il Sindaco di Pozzuoli Vincenzo Figliolia, il quale ha sottolineato la necessità di un progetto che dia una maggiore vivibilità e valorizzazione del territorio, di rigenerazione urbana e risanamento ambientale. Tante le proposte già messe in campo per un’ipotesi di sviluppo, in collaborazione con l’Agenzia del demanio come avvenuto per il Rione Terra, alla quale seguiranno confronti con la città. In questo nuovo clima, in cui si avverte una maggiore attenzione, è bene lasciare da parte le polemiche, per partecipare piuttosto alla creazione di quello che potrebbe essere il miglior modello per la rinascita dei Campi Flegrei.
È seguito l’intervento di Alessandro Manna, presidente dell’Associazione per i Siti Reali e le Residenze Borboniche Onlus, il quale ha proposto un vero e proprio “forum” di tutti i soggetti attivi dei patrimoni Unesco, che coinvolga le comunità locali, delineando così un percorso di collaborazione organizzato a rete con la presenza fondamentale di specifici gruppi di lavoro che coprano le esigenze del sistema Unesco.
Rosario Mattera di Malazè, ripercorrendo l’iter del percorso iniziato già dal 2008, anno della prima candidatura dei Campi Flegrei, ha invece ricordato quale sia l’obiettivo comune: l’amore per il territorio. Sottolineando quanto sia indispensabile che questo tipo di temi vengano trattati soprattutto nelle scuole, culla delle future generazioni.
Fondamentale anche la presenza di Luca Coppola e Irene Tedesco Coordinatori del Comitato Giovani Unesco Cni – Regione Campania, i quali hanno presentato i loro progetti di collaborazione con le scuole superiori.
Incisivi gli interventi finali di Maurizio di Stefano, presidente Icomos Italia, e del Consigliere del presidente della Regione Campania per le Relazioni Internazionali e Unesco Francesco Caruso.
Di Stefano ha esplicato le opportunità della candidatura Unesco per i Campi Flegrei, che vorrebbe dire un riconoscimento di valori eccezionali e universali. Fondamentale che tutti concorrano alla tutela del patrimonio facendo rete, per evitare così di perdere altre importanti posizioni internazionali, così da uscire dalla situazione di stallo che l’Italia attualmente sta vivendo.
Il Dottor Caruso, a cui sono state affidate le conclusioni,anche in risposta ai diversi interventi di alcuni dei soggetti presenti, ha ribadito i criteri di estrema bellezza e unicità, nonché la necessità di far nascere un vero e proprio paesaggio culturale, basato su un processo virtuoso di valorizzazione e soprattutto consapevolezza. Ma anche aspetti concreti come i servizi, la segnaletica dei siti, i parcheggi, la comunicazione locale, nazionale e internazionale. Nulla deve essere sottovalutato.

LA CANDIDATURA DEI CAMPI FLEGREI – In seguito ad una riunione voluta dal sindaco Vincenzo Figliolia con i comuni di Bacoli, Monte di Procida e Quarto, è stata presentata una richiesta unica, che ha prodotto un dossier già accettato dal presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca. Siamo dunque nella prima fase del progetto, con i relativi finanziamenti, nella quale bisogna affrontare concretamente i vari aspetti del sito dei Campi Flegrei che si presenta molto complesso ed eterogeneo.
Dovremmo in ogni caso comportarci “come se…”, sostiene lo stesso Caruso, così da acquisire un’ottica diversa su quanto la cultura sia determinante per lo sviluppo non solo sociale, ma anche economico.
Il patrimonio esiste solo se ogni individuo lo conosce e lo riconosce come tale.

Scritto da Martina Iacuaniello


Classe 1990. Vive tra Roma e Napoli, ed è da sempre appassionata di arte, letteratura e politiche culturali. Dopo aver conseguito la laurea in Conservazione dei Beni Culturali presso l'università Suor Orsola Benincasa di Napoli, è attualmente iscritta alla magistrale in Storia dell'arte alla Sapienza di Roma.