LA SCOPERTA/ Due nuovi mosaici ritrovati in fondo al mare, Baia continua a stupire

BACOLI –  Il Parco Archeologico sommerso di Baia continua a stupirci con il ritrovamento di due nuovi mosaici. Una scoperta straordinaria che concorre a rendere ancor più preziosa la città sommersa che potremmo definire una vera e propria Atlantide dei Campi Flegrei. Il primo mosaico bicromo, in bianco e nero, raffigurante due guerrieri, risale probabilmente al IV secolo dopo Cristo ed è riconducibile all’epoca della Villa Protiro. L’altro, policromo, è probabilmente collegato alla Villa dei Pisoni, e risale invece al I sec. avanti Cristo. Entrambi sono stati conservati per millenni sotto la sabbia, ed è proprio grazie alla protezione dei sedimenti marini se oggi è possibile goderne in tutto il loro splendore.

L’ANNUNCIO – Ad ufficializzare la straordinaria scoperta effettuata dal nucleo subacqueo coordinato dal dott. Luciano Muratgia, è stata la soprintendente Adele Campanelli, direttrice del Parco Archeologico, durante la tavola rotonda “Archeo Camp”, nell’ambito della settimana dedicata all’archeologia subacquea nei Campi flegrei, organizzata dal Centro Sub Campi Flegrei con la collaborazione di PADI EMEA e DAN Europe. Nel corso dell’evento sono intervenuti anche i sindaci di Pozzuoli, Vincenzo Figliolia, e di Bacoli, Giovanni Picone, i quali hanno sottolineato – insieme con Federalberghi – l’immensa potenzialità turistica dell’area flegrea, che sempre più negli ultimi anni è meta ambita di numerosi turisti e curiosi. Il progetto della realtà aumentata (che, con l’ISCR, si tradurrà nell’utilizzo di tablet subacquei e proiezioni 3D) potrebbe dare un ulteriore impulso al sito, che già vanta una crescita annua di presenze che, secondo i dati della Soprintendenza, si attesta tra i 20 e il 30%. I nuovi mosaici saranno inseriti nei percorsi di visita del Parco e si andranno ad aggiungere ai cinque già presenti. I nuovi percorsi saranno fruibili ai visitatori da aprile 2018, dopo che l’Ente Gestore e l’SCR provvederanno alla messa in sicurezza.

IL PARCO ARCHEOLOGICO SOMMERSO DI BAIA – «Nullus in orbe sinus Baiis praelucet amoenis» – «Nessuna insenatura al mondo risplende più dell’amena Baia.» – scriveva Orazio. Ed è senza dubbio un patrimonio eccezionale ed unico al mondo quello che si nasconde sotto la costa dei Campi Flegrei, conservatosi per anni a causa dello sprofondamento dell’antica fascia costiera. Tra il litorale di Bacoli e Pozzuoli si trovano strutture sommerse, alcune già scoperte e altre ancora insabbiate, altre ancora visibili addirittura con foto aeree. Tra i principali edifici sommersi sono tuttora visibili: il ninfeo imperiale di Punta Epitaffio, la villa dei Pisoni, la villa “a protiro”, così denominata dalla presenza di un portico antistante l’ingresso. Inoltre resta un settore dello spazio urbano, di cui sono visibili alcune tabernae affacciate sulla suddetta residenza, e resti di un complesso termale, nonché una peschiera a pianta semicircolare all’estremità meridionale dell’insenatura. Del Portus Julius, invece, è stata esplorata solo una piccola area in cui è stato possibile individuare un grande magazzino a pianta quadrangolare con corte centrale. Gli arredi scultorei di questi complessi edilizi, restituiti grazie agli scavi subacquei effettuati nel secolo scorso, sono attualmente conservati ed esposti nel Museo Archeologico dei Campi Flegrei a Baia.

FOTO di Edoardo Ruspantini

Scritto da Martina Iacuaniello


Classe 1990. Vive tra Roma e Napoli, ed è da sempre appassionata di arte, letteratura e politiche culturali. Dopo aver conseguito la laurea in Conservazione dei Beni Culturali presso l'università Suor Orsola Benincasa di Napoli, è attualmente iscritta alla magistrale in Storia dell'arte alla Sapienza di Roma.