Bradisismo, le misure del Governo nel decreto Campi Flegrei

Un decreto legge che porta il nome dei Campi Flegrei. Il Consiglio dei Ministri ha approvato una serie di “misure urgenti di prevenzione del rischio sismico connesso al fenomeno bradisismico nell’area dei Campi Flegrei”, finanziato per un totale di circa 52 milioni di euro. (bozza in pdf). Recependo buona parte dell’interlocuzione avviata con i sindaci dei Comuni coinvolti.

Come riportato dalla pagina istituzionale del Governo, il decreto introduce la possibilità di adottare un piano straordinario di analisi della vulnerabilità delle zone edificate direttamente interessate dal fenomeno bradisismico, approvato con successivo decreto del Ministro per la protezione civile.

Tale piano sarà composto da 4 attività:

  • uno studio di microzonazione sismica;
  • un’analisi della vulnerabilità sismica dell’edilizia pubblica e un primo piano di misure per la mitigazione;
  • un programma d’implementazione del monitoraggio sismico e delle strutture.
  • un’analisi della vulnerabilità sismica dell’edilizia privata;

PIANO DI COMUNICAZIONE – Si definisce il piano di comunicazione alla popolazione, approvato dalla Regione Campania, in raccordo con il Dipartimento della protezione civile. Finalizzato alla diffusione della conoscenza dei rischi, sarà rivolto anche a scuole e ambienti giornalistici.

INFRASTRUTTURE – Per trasporti e altri servizi essenziali, si prevede che la Regione Campania coordini le attività di verifica delle criticità per assicurarne la funzionalità.

Potenziamento della protezione civile. La Città Metropolitana di Napolidovrà coordinare la ricognizione dei fabbisogni urgenti relativamente al reclutamento di personale a tempo determinato, da impiegare per dodici mesi per il potenziamento della struttura comunale di protezione civile.

PIANO DI EVACUAZIONE PER “BRADISISMO GRAVE” – E’ probabilmente l’aspetto più delicato e da approfondire di tutto il decreto. Entro 60 giorni, sarà definito un piano di emergenza, basato sulle conoscenze di pericolosità elaborate dai Centri di competenza, con le procedure da adottare in caso di aggravamento del fenomeno in atto. Il Ministro della Protezione Civile Musumeci scrive dal proprio profilo istituzionale fb che tale piano di evacuazione “speditivo”, comprende la possibilità di allestire aree e strutture temporanee per l’accoglienza della popolazione, in caso di necessità.

Vengono dunque distinte le due ipotesi: quella di rischio di eruzione del vulcano, premessa del piano nazionale della Protezione Civile già elaborato per l’improbabile trasferimento di circa mezzo milione di persone di tutta la Caldera, da Monte di Procida ai Camaldoli, in diverse regioni del Paese; da quella di un “aggravamento del fenomeno bradisismico”, situazione tutta da precisare in un nuovo Piano, che si presume dovrà chiarire anche i termini e la definizione dell’aggravamento, i criteri per individuare le aree da sgomerare e le destinazioni dei cittadini coinvolti.

Potrà essere messo nero su bianco, dunque, l’eventualità di nuovi sgomberi ed evacuazioni di porzioni di città o territorio, anche in assenza di un concreto rischio di eruzione vulcanica. Nonostante i rappresentanti istituzionali delle amministrazioni locali abbiano espresso con chiarezza la volontà delle comunità di continuare a vivere sul territorio, abitato da oltre 2000 anni. Nonostante le esperienze e gli errori del passato che hanno già prodotto, nel 1970 e nel 1983 ferite urbanistiche e sociali mai sanate.

SULLO STESSO ARGOMENTO: Il Bradisismo spiegato per tutti. Ne parliamo con Claudia D’Oriano, ricercatrice puteolana, che lavora presso l’Ingv di Pisa.

Scritto da Redazione