Aggiornato il piano di emergenza dell’Area Vesuviana: a quando a prevenzione anche per i Campi Flegrei?

1969998_10202569622595793_38999881_oFOTO DI PAOLO VISONE

Poco prima di rassegnare le proprie dimissioni, il Presidente del Consiglio uscente Gianni Letta ha apposto la sua firma alle disposizioni per l’aggiornamento del piano di emergenza in caso di eruzione vulcanica del Vesuvio in Campania.

Nel provvedimento vengono definite due tipologie di Zona Rossa: La Zona Rossa 1, che comprende tutte le aree con alte probabilità di invasione dai flussi e da materiali piroclastici; e la Zona Rossa 2, che comprende invece tutte quelle aree in cui vi sono alte probabilità in cui importanti accumuli di depositi di cenere da caduta determinino il collasso delle coperture degli edifici individuati durante i progetti di ricerca Europei e Nazionali “Exploris” e “Speed”. In pratica viene ridisegnata la Zona Rossa del Vesuvio che ora interessa 25 comuni. Ai 18 comuni del precedente piano di emergenza approvato nel 2001 si aggiungono: Nola, Palma Campana, Poggiomarino; Pomigliano D’Arco, San Gennaro Vesuviano e Scafati. Oltre ai quartieri di San Giovanni a Teduccio, Barra e Ponticelli che sono coinvolti nella Zona Rossa 1 per il 15 per cento del territorio. Questa azione preventiva rappresenta l’unica misura di salvaguardia della popolazione in caso di eruzione e prevede l’evacuazione di circa 700.000 abitanti.

I Comuni dell’Area Flegrea quindi in base agli studi fatti non rientrano nella Zona Rossa Vesuviana anche se, calcolando che un’eruzione vulcanica non provoca soltanto la fuoriuscita di materiali piroclastici ma anche violenti scosse di terremoto, non la esclude dalle aree a rischio. Ma a quanto pare, questo aspetto non è stato preso proprio in considerazione ne dalla Protezione Civile ne dalla Regione Campania che ha deliberato l’aggiornamento del piano di emergenza il 26 Luglio 2013.

Sicuramente il Vesuvio non può essere la preoccupazione principale dei cittadini flegrei considerando il fatto che la Caldera Flegrea, uno dei più grandi supervulcani al mondo, si estende per tutta l’area dei Campi Flegrei e che, tra le altre cose, non è neanche molto distante dalle pendici del Vesuvio.

Ecco: per i Campi Flegrei, che oltre alla presenza del supervulcano sono interessati da sempre da fenomeni sismici, bradisismici e vulcanici, non sarebbe il caso che gli organi competenti iniziassero ad attivarsi per produrre un piano simile a quello presentato per la zona vesuviana? Questo potrebbe rappresentare anche un ottimo input per i Comuni Flegrei ancora sprovvisti del semplice piano di evacuazione, i quali potrebbero impegnarsi con maggiore efficienza per garantire ai propri abitanti un piano adeguato e contemporaneamente conforme ai parametri per un piano di emergenza più ampio.

O magari, al contrario, potrebbero essere proprio i singoli Comuni Flegrei a fare il primo passo in avanti iniziando a denunciare la necessità di lavorare ad un piano di emergenza anche nei Campi Flegrei, visto anche l’aumentare delle attività sismiche nel territorio.

Scritto da Stefano Ioffredo


Stefano Ioffredo, puteolano, nasce a Napoli nel 1989. Durante la propria adolescenza ha vissuto in diverse periferie di Pozzuoli: Monterusciello, Licola Mare e infine nel Rione Toiano, dove risiede attualmente. Nel 2008 inizia la sua collaborazione con "L'Iniziatiava" in qualità di articolista. Da sempre attivo nell'associazionismo puteolano, decide di sposare in toto il progetto de "L'Iniziativa" nel Novembre del 2014. Attualmente iscritto all'Università degli Studi Suor Orsola Benincasa di Napoli, dove studia scienze della comunicazione, per la comunicazione pubblica e d'impresa.