Terapia a domicilio, mancano ossigeno e bombole

L’emergenza nell’emergenza: la ‘fame’ di ossigeno è una delle principali conseguenze del contagio da Covid-19. Se in ospedale non si registra ancora un allarme per l’approvvigionamento il discorso è diverso per le farmacie territoriali a partire a quelle dell’area flegrea in cui è sempre più difficile reperire ossigeno e anche bombole d’ossigeno, che si sa sono fondamentali per quei pazienti affetti da covid-19 che hanno problemi respiratori e che vengono curati a domicilio. Sono diverse le farmacie di Pozzuoli che hanno lanciato appelli a restituire bombole vuote o inutilizzate. Appello rilanciato anche dal sindaco Figliolia sui propri canali social.

Sul fronte dell’ossigeno se prima chi lo chiedeva d’urgenza lo riceveva in poche ore, adesso sono necessari due o tre giorni fanno sapere gli appartenenti alla categoria. Molte farmacie lamentano di chiederlo insistentemente alle aziende di fornirlo, ma spesso senza risposta e senza rassicurazioni in merito. Le autorità sanitarie, in caso di contagio, consigliano di curarsi nel proprio domicilio, ma senza ossigeno come è possibile? “Se continua così, mancherà del tutto”, è il grido di allarme dei farmacisti, forte e preoccupato. Una categoria, insieme a quella dei medici impegnati in prima linea a combattere la pandemia, che chiede un lockdown generalizzato per fermare o almeno arrestare l’onda del contagio e permettere al sistema sanitario, in tutte le sue articolazioni, di non collassare e implodere.

Scritto da Valentina Soria


Mi chiamo Valentina Soria, sono giornalista pubblicista, laureata alla magistrale in Comunicazione Pubblica e d’Impresa. Mi interesso di comunicazione a 360°, dal giornalismo al copy writing alla cura di uffici stampa. Amo la mia terra flegrea e credo nell’importanza di dare “voce” alle piccole e grandi criticità del territorio con coraggio ed onestà.