Rubrica “Arte & Cultura” / Picasso Parade incanta Capodimonte – Le FOTO

Tornano i grandi nomi nella città partenopea. É la volta di Pablo Picasso e della sua più grande opera mai realizzata: Parade. Un sipario di 17 metri di base e 10 di altezza, conservata al Centre Georges Pompidou di Parigi. La mostra, a cura del direttore Sylvain Bellenger e di Luigi Gallo, è l’appuntamento inaugurale dell’iniziativa Picasso-Mediterraneo del Musée national Picasso-Paris, che celebra il centenario del viaggio in Italia compiuto, tra marzo e aprile del 1917, da Picasso insieme al poeta Jean Cocteau per lavorare con i Balletti Russi a Parade, balletto andato in scena a Parigi a maggio dello stesso anno, su soggetto di Cocteau e musica di Erik Satie. Pare che Pablo Picasso per il “sipario” fu ispirato proprio da un viaggio a Napoli fatto assieme a Stravinsky in cui visitò anche Pompei. Una parte della mostra è infatti allestita anche nell’Antiquarium degli Scavi di Pompei, nel quale a fare da protagonista c’è il bozzetto del quadro manifesto del cubismo, Les demoiselles d’Avignon, esposto per la prima volta nel 1916. A promuovere la mostra il Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo, la Soprintendenza di Pompei, il Museo e Real Bosco di Capodimonte e il Teatro dell’Opera di Roma, con il contributo della Regione Campania e attraverso la Fondazione regionale Donnaregina per le arti contemporanee e la società regionale Scabec, con la produzione e l’organizzazione di Electa.

IL PERCORSO MUSEALE – Con la prima sezione siamo  immediatamente proiettati nell’Europa degli inizi del ‘900, agli albori della nascita del concetto di avanguardia e dell’irrompere sulla scena di nuove correnti artistiche. Qui si riconoscono le basi di “Parade” stesso, che un po’ ricorda la dimensione onirica del surrealismo e che vede al contempo la mutazione del cubismo picassiano. Picasso infatti diviene, durante il suo viaggio in Italia, mediatore della pittura d’avanguardia e delle diverse influenze derivate dall’arte classica e della tradizione popolare napoletana, come ad esempio l’arte presepiale e il teatro dei pupi. Proprio quest’ultimo, ma anche il cinema di Charlie Chaplin, sembrano essere un mix perfetto che diverrà poi il fulcro delle sperimentazioni del teatro d’avanguardia, e il cui fascino avvolgerà il pittore spagnolo, ma anche artisti a lui contemporanei come il futurista Fortunato Depero.

Una seconda sezione ci apre una vera e propria finestra sulla vita del poliedrico pittore. Il viaggio nelle nostre terre sarà l’input che porterà Picasso ad un’approfondita riflessione sull’antico, e che influenzerà il suo periodo neoclassico di cui è possibile vedere alcuni esempi. In Parade sono forti i richiami a Napoli e ai suoi temi popolari legati alla tradizione figurativa partenopea, e soprattutto alle maschere che saranno poi tradotte in dipinti e studi sui soggetti. Giungiamo dunque alla terza sezione che ci proietta nello spettacolo vero e proprio: un viaggio tra foto, dipinti e studi dei costumi di scena. “Parade scombinerà le idee di molti spettatori. Saranno sorpresi, certo, ma nella maniera più gradevole” – Guillaume Apollinaire

Ed è proprio la sorpresa che coglie il visitatore che giunge finalmente nel maestoso Salone delle Feste. Un’atmosfera soffusa che ricorda proprio quella di una sala di teatro con lampadari scintillanti e candele che si accendono di rosso. L’imponente opera, realizzata con tempera su tela, vede come protagonisti del dipinto Jean Cocteau, Erik Satie, Léonide Massine, Serge Diaghileve e lo stesso Picasso, mascherati e seduti come in un presepe napoletano, e l’amata ballerina Olga. L’intera scena che potremmo definire una vera e propria “derisione surrealista”, un teatro nel teatro, sembra portare lo spettatore in una dimensione altra, una sorta di limbo tra il sogno e la realtà.

L’ARTE A PORTATA DI SMARTPHONE – Al passo con i tempi, anche quella su Picasso è una “mostra smart”: con l’app Picasso e Napoli: Parade è possibile infatti avere informazioni pratiche sul museo (mostra, contatti e biglietti), nonchè una guida interattiva di alcune delle più significative opere  esposte in mostra, scaricabile gratuitamente sul proprio smartphone, in italiano, inglese e francese. I testi di Lorella Starita danno la possibilità di conoscere l’opera, l’artista, la corrente artistica e le curiosità al riguardo. Un eccellente lavoro che consente ai visitatori di approfondire in maniera del tutto autonoma gli aspetti più interessanti dell’intero percorso museale.

NAPOLI E L’ARTE – Ciò che a questo punto ci si chiede è se questo possa essere davvero un punto di partenza per Napoli, meta di artisti, storici e critici internazionali fino agli anni ’70, e che poi ha subito una battuta d’arresto nel corso degli anni. La città possiede i mezzi adatti per aspirare ad essere ancora una “città internazionale”? Cosa bisognerebbe puntare a migliorare? Il coinvolgimento del pubblico sotto questo aspetto è reso in maniera sufficiente? Di certo ci sono tutti i presupposti per sviluppare un discorso costruttivo al riguardo. Per adesso non ci resta che dire AD MAIORA.

OLTRE LA MOSTRA – Quattro concerti al Conservatorio di San Pietro a Majella ripercorrono la programmazione musicale concepita per la mostra il 24 aprile, il 7 e 21 maggio e il 6 giugno (VEDI IL PROGRAMMA )

E ancora le performance di Rosalba Quindici ltre Paradee di Valeria Apicella pparizioni nella prima decade giugno. E infine i laboratori didattici dedicati a cura dei Servizi educativi del Museo e Real bosco di Capodimonte, indirizzati ai bambini e alle loro famiglie.

Il tutto concorre a dare a Parade quell’ampio respiro che probabilmente da tempo non coinvolgeva la città partenopea. Un tuffo in quello che è considerato “un balletto, uno spettacolo, una musica, una visione, un’opera d’arte”.

Scritto da Martina Iacuaniello


Classe 1990. Vive tra Roma e Napoli, ed è da sempre appassionata di arte, letteratura e politiche culturali. Dopo aver conseguito la laurea in Conservazione dei Beni Culturali presso l'università Suor Orsola Benincasa di Napoli, è attualmente iscritta alla magistrale in Storia dell'arte alla Sapienza di Roma.