Pozzuoli, spazi pubblici e partecipazione politica, ne parliamo con 4 giovani consiglieri comunali

La percezione della politica oggi è quella di uno spettacolo in cui gli attori principali sono pochi leader politici e fortemente mediatici, la cittadinanza esprime tramite social media i propri verdetti ed i corpi intermedi e quelli collegiali restano mesti sullo sfondo della scena.

Nell’ottica di rinnovare il dibattito in merito a spazi pubblici da dedicare al confronto politico in città di Pozzuoli, con la premessa che la democrazia ridotta al voto è in crisi, ma che non si può prescindere dal modello istituzionale rappresentativo (clicca qui per leggere l’approfondimento), abbiamo ascoltato i pareri di quattro giovani consiglieri comunali, di maggioranza e opposizione, sui temi della partecipazione e della creazione di uno spazio appositamente regolamentato per il dibattito e la discussione politica.

Ecco, qui di seguito, alcuni estratti della chiacchierata con Antonio Caso, Raffaele Postiglione, Mariano Amirante e Marzia Del Vaglio:

1) Redazione – Oggi assistiamo ad un paradosso: l’attivismo politico, il dialogo organico e strutturato, il confronto tra pari è sempre più marginale per una molteplicità di motivi (penso alla assenza di tempo, alla disaffezione verso la politica tradizionale, alla scomparsa dei corpi intermedi); allo stesso tempo, la comunicazione politica al tempo dei social media permette a tutti di avere accesso ad informazioni frammentate e di esprimere la propria opinione in maniera settaria, assoluta, spesso lessicalmente violenta. Alla luce di tutto questo, come si dovrebbe porre la politica nei confronti della partecipazione della cittadinanza?

Risposte:

Antonio Caso, consigliere del Movimento 5 Stelle: “Il paradosso è una diretta conseguenza delle trasformazioni che sono state citate. Anche agli inizi del Movimento le cose erano diverse: ci si vedeva, ci si confrontava all’interno dei meet-up: oggi sembra essere tutto più semplice e superficiale. Tuttavia, tutto è risolvibile attivandosi personalmente il più possibile. Oggi ci sono diverse procedure di partecipazione popolare previste dai nostri ordinamenti eppure queste non vengono attivate dall’amministrazione: penso al bilancio partecipativo, al piano urbanistico comunale. Spesso si parla di partecipazione ma resta lettera morta.”

Raffaele Postiglione, consigliere di Pozzuoli Ora!: “Dispiace dirlo, ma è così: oggi assistiamo alla morte dei luoghi di partecipazione. Penso alle sedi di partito, ai sindacati e via dicendo. Il momento del confronto è inesistente, la comunicazione social viene appositamente resa diretta, superficiale, creando contrapposizioni di tifosi. Anche io faccio uso dei social per veicolare messaggi politici: quello che mi rimproverano spesso, però, è che la mia comunicazione social è prolissa, poco diretta. Invece la politica deve avere il coraggio di promuovere l’apertura di sedi e di dibattiti su cui i cittadini possono confrontarsi.”

Mariano Amirante, consigliere del Partito Democratico: “Bisogna aprirsi con coraggio alla discussione ed al confronto. Oggi i social indirizzano le nostre preferenze politiche: penso agli algoritmi di Facebook che ci propongono solamente i post più affini alle nostre idee politiche. Bisogna affrontare il merito delle questioni, uscendo dagli schemi della superficialità imposti da questo stile comunicativo alla ricerca del consenso facile, che è sempre sbagliato. In questo l’assenza dei partiti tradizionali e delle ideologie su cui si fondavano non aiuta: tuttavia, bisogna avere pensiero e visione programmatica.”

Marzia Del Vaglio, consigliere del Partito Democratico: “Passa tutto dall’informazione. Ritengo che le istituzioni debbano avere una parte attiva, così come la scuola: è da lì che passa la formazione e la capacità di strutturare un discorso più ampio. La verità è che oggi, insieme ai corpi intermedi, si sono persi i tradizionali luoghi di aggregazione. La stessa famiglia oggi non riesce più a formare compiutamente il cittadino prima ed il politico poi. La politica non può fare altro che prenderne atto e agire attivamente per ricreare quegli spazi adibiti al confronto ed alla formazione”.

2) Redazione – Il noto politologo Giovanni Sartori definì la democrazia rappresentativa come la ‘miglior forma possibile oggi conosciuta di democrazia’. Come si concilia questo modello istituzionale con il principio di sovranità popolare costituzionalmente garantito e da più parti invocato? Quali sono le idee della politica per avvicinare il cittadino al momento decisionale, senza svilire il modello rappresentativo ed il significato stesso di democrazia?

Risposte:

Antonio Caso:La rivoluzione culturale viene prima di qualunque partecipazione. Bisogna cambiare il modo di pensare ed intendere la politica. È chiaro che oggi si cerca sempre di più di trovare il modo affinché l’elettore eserciti controllo sugli eletti, ma questo discorso non può prescindere dall’affermare il valore della democrazia rappresentativa. A livello nazionale ci sono discorsi che stiamo portando avanti su strumenti partecipativi come i referendum propositivi o la certezza della discussione per le iniziative popolari. Gli strumenti ci sono, e ci sono esempi in tutta Europa.”

Raffaele Postiglione:La democrazia rappresentativa resta un punto fermo della nostra società. Gli eletti hanno l’onere e l’onore di rappresentare il cittadino e rendere efficiente il meccanismo democratico: tuttavia, la partecipazione è un valore aggiunto fondamentale oggi. La politica deve informare ed ascoltare, deve avere il coraggio di aprirsi al dialogo e al confronto.”

Mariano Amirante: “La politica ha smesso di essere popolare ed è diventata populista, parla alla pancia della gente e non alla testa. Oggi è difficile fare politica perché c’è offesa non solo del ruolo ma della persona, non ci si confronta in merito ai contenuti. C’è bisogno di uno sforzo da parte di tutti per costruire dei luoghi di confronto all’interno dei quali sia possibile fare politica.”

Marzia Del Vaglio: “Sicuramente non è la partecipazione sul web. È un discorso complesso: può capitare che la creazione di spazi decisionali esterni limiti la rappresentanza. Spesso il cittadino vede la politica come qualcosa di semplice, ma la politica è tutt’altro. Pensiamo al bilancio partecipativo: i margini di manovra politici di un’amministrazione sono già ridotti per via di alcuni costi necessari; ciò che verrebbe dedicato al bilancio partecipativo sarebbe così esiguo da risultare inutile.”

3) Redazione – L’etimologia del termine politica ci aiuta a comprendere che il luogo privilegiato in cui essa agisce è la sfera collettiva: potremmo dire che la politica esiste in ogni associazione di persone che si pone come la collettività all’interno della quale un problema viene affrontato, anche se non necessariamente risolto. Alla luce di questo e di quanto precedentemente detto, non sarebbe ideale per Pozzuoli dotarsi di una “sala della democrazia”, opportunamente regolamentata, per dare spazio al dibattito politico ed al confronto costruttivo?

Risposte:

Antonio Caso: “Nel programma elettorale con cui mi sono candidato era prevista la creazione di una ‘casa delle associazioni’ all’interno della quale potessero avere spazio realtà associative e liberi cittadini puteolani. Il contatto fisico, così come avviene per gli spazi di co-working, permette una cosa che tramite social non riesce: la contaminazione. Implementare uno spazio per la discussione politica è fondamentale.”

Raffaele Postiglione: “La sfera collettiva è fondamentale. È importante che questa città si doti di spazi per la discussione politica per superare il modello di politica dell’uomo solo al comando.”

Mariano Amirante: “Lo ribadisco: c’è bisogno di un luogo del genere. In commissione regolamenti è in discussione una bozza per definire in maniera trasparente le regole di accesso per tutti, anche i partiti politici che oggi vengono esclusi dalla fruizione degli spazi pubblici per il dibattito.”

Marzia Del Vaglio: “Per completezza di informazione preciso che sono in discussione due regolamenti. Il primo punta alla regolamentazione della fruizione degli spazi pubblici anche da parte dei partiti politici. Il secondo, invece, prevedrebbe sì l’utilizzo di quegli spazi ad l’indirizzo politico ma la programmazione delle attività verrebbe messa a bando, in maniera tale da consentire ad una ipotetica “sala della democrazia” di vivere lungo tutto l’anno in maniera continuativa grazie al contributo di associazioni e liberi cittadini.”

4) Redazione – Questa idea di un luogo aperto e regolamentato per la discussione politica è stata spesso associata agli spazi del Complesso Toledo, luogo ideale nonché fortemente simbolico per il recupero che ne è stato fatto e per l’indirizzo culturale datogli. Quali passi sarebbero necessari per implementare questa soluzione? E c’è la volontà politica di farlo?

Risposte:

Antonio Caso: “La volontà politica c’è e tramite il nostro impegno ci siamo assicurati che gli spazi di Complesso Toledo mantengano un indirizzo culturale. Per quanto riguarda l’effettiva realizzazione di questa “sala” all’interno del Complesso, bisogna prima avere un quadro chiaro degli spazi. Una volta approfondita la questione tecnico-logistica, il passo successivo sarà scegliere l’indirizzo da dare a questi spazi e solo successivamente si potranno approfondire le questioni regolamentali.”

Raffaele Postiglione: “La presenza di giovani è un aspetto fondamentale del Complesso Toledo. C’è bisogno di uno scatto culturale in questa Città perché con le ultime due amministrazioni sono stati mortificati tutti gli strumenti di partecipazione popolare: penso alla consulta delle donne, alla consulta contro il lavoro nero, al forum dei giovani per il quale verrà a breve approvato un nuovo statuto. Insomma, c’è bisogno che l’amministrazione creda nella partecipazione della cittadinanza.”

Mariano Amirante: “La bozza di regolamento per l’accesso agli spazi comunali è in commissione e l’amministrazione ha la volontà politica di creare un luogo del genere. I prossimi passaggi saranno l’approvazione del testo definitivo in commissione ed il passaggio in Consiglio comunale, dopodiché si dovrà individuare il luogo – o i luoghi – più adatto a questo genere di partecipazione politica.”

Marzia Del Vaglio: “In merito al Complesso Toledo, la maggioranza ha la volontà politica di muoversi in questa direzione ma deve prima riformulare la gestione degli spazi. Ad esempio, per Passaggio Toledo si era pensato ad un allargamento dell’area riservata alla biblioteca. Ma tutto questo è frutto di considerazioni ancora in essere tra i vari gruppi: fino a quando i lavori al Complesso non saranno terminati e non avremo un quadro chiaro delle aree a disposizione possiamo solo fare ipotesi.”

Queste le parole dei 4 consigliri comunali incontrati. Su questi temi, la redazione e l’associazione L’Iniziativa continueranno a seguire l’evolversi delle scelte e adare il proprio contiributo in termini di proposte.

Scritto da Adriano Ranalli


Classe ’93, residente a Pozzuoli. Amante del confronto dialettico e della buona informazione, è membro de “L’Inziativa” per cui scrive dal novembre 2014. Laureato in Scienze Politiche dell’Europa e Strategie di Sviluppo, studia per lavorare nel campo della diplomazia.