Polo coworking, una proposta per Pozzuoli

Oggi, 17 gennaio 2020, la nostra associazione di Promozione Sociale “L’Iniziativa” ha formalizzato al protocollo del Comune di Pozzuoli la richiesta agli amministratori locali di individuare un immobile pubblico da destinare a polo co-working, spazio di lavoro condiviso per giovani professionisti, p.iva individuali, free lance, startupper e ad ogni tipologia di lavoratori “in proprio”, da quelli della sfera tecnico-amministrativa a quelli della comunicazione. E’ una proposta di interesse generale, che punta a creare economia, ad arricchire il territorio e dare una risposta alle condizioni di incertezza e precariato vissute da tante risorse umane, soprattutto tra le nuove generazioni. Lavoratori spesso “invisibili”, ma che rappresentano una speranza contro la desertificazione sociale e professionale della nostra terra. E’ una proposta “aperta”, che vuole aprire un dibattito tra i gruppi consiliari, le forze politiche, le associazioni, i sindacati di categoria, i cittadini.

GUARDA LE SLIDE

IL TESTO DELLA LETTERA PROTOCOLLATA AL COMUNE DI POZZUOLI AL SINDACO, ALL’ASSESSORE ALLE ATTIVITA’ PRODUTTIVE, ALL’ASSESSORE AL PATRiMONIO, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO COMUNALE E AI CONSIGLIERI COMUNALI –

L’associazione di Promozione Sociale L’Iniziativa (cf. 96034270635), operativa a Pozzuoli e nei Campi Flegrei, propone agli amministratori locali, ognuno per quanto di propria competenza, di individuare un bene immobile comunale da destinare a un “polo coworking”, nell’ambito della necessaria e doverosa azione di programmazione e di sviluppo del territorio. Il “co-working” è uno spazio di lavoro condiviso, munito di servizi comuni con postazioni autonome e distinte, che può essere utilizzato da professionisti, lavoratori autonomi con p.iva individuali, free lance, collaboratori occasionali, startupper.

Questa forma di organizzazione del lavoro è ormai presente da anni anche in Italia, con almeno 200 realtà ed esperienze diffuse sul territorio nazionale, compreso nella città di Napoli.

Svolgere un’attività di lavoro presso un coworking è molto di più che “fittare una scrivania”. Per molti lavoratori autonomi, soprattutto per i più giovani, è un modo di affrontare positivamente le molteplici criticità legate alla generale condizione di incertezza e precarietà del lavoro. Nell’attuale contesto sociale e normativo, infatti, i lavoratori in proprio e/o parasubordinati, risultano spesso i più svantaggiati e i meno tutelati, sia rispetto alla più tradizionale condizione del lavoro dipendente (ove correttamente contrattualizzato), sia rispetto a posizioni e figure imprenditoriali già consolidate.

– Lavorare in ambienti di co-working favorisce il confronto e l’interazione tra i soggetti produttivi che ne usufruiscono, ma è anche un luogo di incontro, che arrichisce come valore aggiunto un’area della città, rendendola più vivace e polo di attrazione per chi offre e chi cerca servizi professionali con inevitabile beneficio per l’indotto economico circostante, soprattutto nel campo dei pubblici esercizi e della somministrazione alimentare.

– Dal punto di vista sociale adibire uno spazio pubblico a polo co-working è anche uno strumento indiretto, ma efficace, per contrastare il caro-fitti, che spesso impedisce l’apertura di studi e l’implementazione di nuove attività economiche, ed è un contenitore di risorse umane locali che non vogliono lasciare il territorio di origine, ma mettersi in gioco e costruirsi un futuro, almeno nelle prime fasi della propria vita lavorativa e professionale.

Un polo co-working a Pozzuoli, dunque, sarebbe un’iniziativa nell’interesse generale. Compito di un’amministrazione locale non è certo quello di “creare direttamente posti di lavoro”, ma creare quelle condizioni favorevoli, in termini di infrastrutture e di programmazione urbana, per chi ha voglia di lavorare. Nel caso specifico, l’Ente pubblico può individuare un bene immobile comunale (al momento inutilizzato o non completamente valorizzato) da affidare con bando di gara a società o cooperative di gestione, secondo un regolamento d’uso ben definito, con la possibilità di svolgere attività collaterali e un margine per la determinazione delle tariffe “calmierate” rispetto ai prezzi di mercato. L’obiettivo, infatti, deve essere incoraggiare una gestione che sia economicamente sostenibile, senza oneri per il Comune, e al tempo stesso offrire un’opportunità conveniente per i possibili fruitori. A tal fine sarebbe auspicabile da parte dell’amministrazione un coinvolgimento di tutte le organizzazioni sindacali e di categoria, in modo da acquisire quanti più elementi e dati possibili per valutare i termini di fattibilità della proposta e il suo impatto sul territorio.

L’intento della sottoscritta Associazione di Promozione Sociale “L’Iniziativa” è farsi interprete di una duplice necessità: favorire lo sviluppo del lavoro e delle professioni giovanili; dare identità produttiva a una parte del territorio. Affinché la proposta non resti esclusivamente teorica, suggeriamo al Sindaco, agli assessori preposti e ai consiglieri comunali 3 ipotesi di immobili comunali, a puro titolo di esempio, che potrebbero ospitare tale polo co-working, ferma restando l’opportunità di avviare, in ogni caso, un censimento di tutti i beni pubblici inutilizzati o poco valorizzati che sono nella disponibilità del Comune sul territorio di Pozzuoli, per questa e per altre funzioni civiche e sociali.

1) Passaggio Toledo – Nei locali che collegano il palazzo già sede del Polo culturale con la Torre ancora oggetto di lavori di riqualificazione, esistono spazi che ben si prestano alla funzione di postazioni lavoro o ad uso ufficio. L’idea di affiancare a ciò che è già diventato, spontaneamente, uno spazio “co-studyng” (la biblioteca) frequentato da studenti universitari, uno spazio “co-working”, potrebbe essere interessante per dare continuità ideale al valore dello studio, della formazione e del lavoro e raccogliere nel Centro Storico presenze diversificate rispetto ai soli avventori occasionali.

2) Ex scuola in via Kruscev – Dopo la chiusura del Forum Giovani quel plesso è rimasto per molti mesi vuoto e, a parte destinazioni di emergenza e transitorie, non si conoscono indirizzi strategici per una struttura piuttosto ampia, che rievoca un’organizzazione del lavoro “open space”, collocata in un rione – denominato dai puteolani “Sotto il Monte” – che si presenta per molti versi come un “corpo estraneo” rispetto al resto della città.

3) Locali di Piazza De Curtis a Monterusciello – Nell’ambito delle opere di rigenerazione urbana del Progetto MAC Monterusciello Agro City, sostenuto dall’UIA e dall’Unione Europea, a breve saranno consegnati dopo lavori di riqualificazione gli spazi e i laboratori dell’Agro Urban Center, che dovrebbe fungere da centro nevralgico delle nuove attività produttive legate al MAC. Non è da escludere, tuttavia, considerate anche le caratteristiche e l’entità degli spazi, che più funzioni, legate tra loro nel segno dell’attivismo giovanile e imprenditoriale, possano convivere nel cuore del megaquartiere, che finalmente può superare il suo stato di periferia/dormitorio e acquisire al proprio vissuto quotidiano luoghi socialmente dignitosi.

Fiduciosi che possa svilupparsi sulla proposta un adeguato dibattito, siamo disponibili a qualsiasi confronto e a contribuire, con gli strumenti della comunicazione pubblica, al buon esito della stessa.

Scritto da Redazione