Percorso archeologico del Rione Terra, c’è un nuovo bando

Il Comune di Pozzuoli ha indetto un nuovo bando per la “gestione integrata dei servizi di assistenza culturale e di ospitalità per il pubblico e per i servizi di vigilanza e biglietteria” relativi al percorso archeologico del Rione Terra. La procedura è rivolta, cioè, ad individuare il soggetto privato che deve, sostanzialmente, garantire l’apertura del sito e l’organizzazione e la prenotazione delle visite, ricevendo un contributo dalle casse comunali. Base d’asta di 214 mila euro, obbligo di garantire l’apertura per 365 giorni l’anno e quattro figure professionali fisse, ulteriore gestione del booksop museale, durata della concessione di 12 mesi: le caratteristiche essenziali contenute nei bandi precedenti sono tutte confermate. L’apertura ordinaria del percorso archeologico sarà prevista dalle 9.00 alle 16.30, orario durante il quale vanno organizzati 4 turni di visita nei giorni feriali e 8 nei giorni festivi, per gruppi di massimo 10 persone. Invariati anche i costi dei biglietti: 5 euro (ridotto 2,5) comprensivi di guida turistica.

La società privata sarà scelta da una commissione comunale, con una valutazione al 20% per l’offerta economica e all’80% per l’offerta tecnica (quest’ultima, inevitabilmente più discrezionale). A gennaio, dunque, dovrebbe essere formalizzato il nome del nuovo soggetto gestore, o la conferma di quello attuale che opera dal 2018.

QUALCHE CONSIDERAZIONE – Il fatto che il Comune abbia pubblicato un nuovo bando viene incontro alle perplessità evidenziate sull’ipotesi di procedere, come avvenuto per alcuni periodi in passato, con lo strumento della proroga. Tuttavia, restano, a parere di chi scrive, alcune criticità irrisolte. O, sarebbe più corretto dire, semplicemente non affrontate. Con questo bando viene reiterato un modello di gestione rispetto al quale non è mai stata fatta alcuna valutazione sui risultati raggiunti e su possibili correttivi o miglioramenti. Per lo meno, non è mai stata fatta in sede pubblica, nemmeno dopo la “fase di ascolto” intrapresa dall’attuale amministrazione comunale riguardo alla più complessiva gestione di tutto il Rione Terra. (Qui, le proposte avanzate dalla nostra associazione).

Innanzitutto, una nuova concessione della durata di 12 messi lascia intendere che il percorso archeologico resta, almeno per il momento, escluso dall’ambito di competenza diretta della ipotizzata fondazione pubblica o “fondazione in partecipazione”. Oppure, che tale fondazione, i cui contorni sono tutti da definire, non riguarderà il percorso archeologico. Viene confermato, intanto, il sistema attuale secondo cui un soggetto privato – a prescindere da chi esso sia – ha il compito di garantire un servizio predefinito, ricevendo un contributo fisso, senza incentivi o interesse ad incrementare il numero di visitatori, la promozione del sito e un contorno di iniziative culturali legate al percorso.

Anche il costo del biglietto, fissato senza differenziare tra la visita comprensiva di guida turistica fornita dal soggetto gestore o senza, non favorisce nei fatti l’organizzazione di altre visite ed escursioni in modo concorrenziale da parte di altri operatori di settore, muniti di proprie guide turistiche. Un “dettaglio”, quest’ultimo, che sembra difficile far comprendere agli amministratori locali puteolani (attuali e precedenti); che poi dettaglio non è, perché implica una scelta di fondo: stabilire se il percorso archeologico deve limitare il proprio impatto occupazionale alle poche unità di lavoro della società privata che lo gestisce, tra l’altro poco incentivata ad investire nel progetto perché senza nessuna garanzia giuridica di conservare il servizio per un periodo di tempo medio-lungo, oppure provare a costruire una rete di operatori locali, rafforzando l’indotto dell’industria turistica locale. Anche perché gli introiti della bigliettazione, che vanno al Comune, non coprono e non possono aritmeticamente coprire il costo del contributo fisso pubblico di circa 200 mila euro, nemmeno nel caso assolutamente ipotetico di tutto esaurito per ogni turno di visita e per tutti i giorni dell’anno. Per cui la preclusione all’ipotesi di biglietti di ingresso con costi differenziati non può essere giustificata da ragioni di bilancio. E non tiene conto del fatto che tale sistema viene applicato da altri Enti (il Pafleg) per altri siti archeologici dei Campi Flegrei (Piscina Mirabilis e il Macellum).

Su questi aspetti, al momento, non c’è traccia di dibattito, e sembra prevalere la conservazione di un equilibrio basato sulla gestione dei siti a macchia di leopardo e senza una visione di insieme.

Scritto da Dario Chiocca


Classe '78, è tra i fondatori de L'Iniziativa, di cui è presidente. Puteolano, è cresciuto nel quartiere di Monterusciello, dove risiede. Laureato in Giurisprudenza, impegnato da sempre sulle questioni sociali, anche nei movimenti studenteschi e nelle organizzazioni sindacali, dal 2010 è avvocato presso il Foro di Napoli e svolge la sua attività professionale nel campo nel diritto civile e del lavoro. In ambito di normativa del lavoro, si occupa inoltre di formazione.