IL COMMENTO / Nei Campi Flegrei gli “Osservatori sul lavoro nero” stentano a partire e la legalità resta la grande assente nel mondo precario

vLe ferite legate alla condizione del lavoro sono così profonde che vivono nella quotidianità di tutti i giorni. Ma anche le date sono importanti, per riflettere e possibilmente agire. Quest’anno alle festività religiose di Pasqua sono immediatamente seguite quelle laiche del 25 aprile e del 1 maggio, con i relativi “ponti”. Eppure, è proprio alla vigilia della Festa del Lavoro, che appare sempre più forte la frattura tra il lavoro “garantito” (almeno in parte), contrattualizzato, fatto di ferie e buste paga, e quello precario, irregolare o completamente “a nero”. Sia ben chiaro: chi è stato al Governo, negli anni più recenti, ha giocato spesso e strumentalmente su questa divisione proprio per ridurre i diritti a tutti. Ma il problema delle differenti condizioni sul lavoro esiste ed appare in tutto il suo cinismo proprio in quei giorni in cui i più ricattati e sottopagati tra i lavoratori, specie in settori come il terziario e i pubblici esercizi, lavorano per assicurare le feste e l’intrattenimento degli altri.

“Nulla di scandaloso” – obietteranno alcuni. In una società moderna, diversificata anche negli orari e nelle abitudini ciò è del tutto normale. Normali, però, dovrebbero essere anche la possibilità di libera scelta del lavoratore e i compensi più alti da riconoscere a chi svolge le proprie prestazioni in particolari orari e giorni di festa. Peccato che dalle nostre parti, spesso, così non è, perchè manca il requisito fondamentale: la legalità sul lavoro.

Nei Campi Flegrei, grazie ad una forte opera di sensibilizzazione intrapresa da anni, si è fatta largo finalmente la proposta di istituire “Osservatori sul lavoro sommerso e irregolare”, con funzioni non solo di monitoraggio, ma anche di ausilio al controllo, al contrasto e alla risoluzione del problema con strumenti politici e amministrativi. Eppure i tempi della politica istituzionale non seguono quelli della realtà, che ha assunto i tratti di una vera e propria emergenza. A Pozzuoli, dopo oltre 6 mesi dall’approvazione in Consiglio Comunale, l’Organo che avrebbe dovuto favorire la partecipazione delle parti sociali per discutere temi come la fiscalità di vantaggio e le penalizzazioni per le attività che operano nell’irregolarità, è rimasto ancora sulla carta. A Bacoli se ne dovrebbe cominciare a discutere questo mese, nella seduta del Consiglio comunale del 5 maggio, dopo molti rinvii. Lungo le strade, sulle spiagge e nei capannoni dei Campi Flegrei, il ricatto della crisi economica continua ad imporsi su molti lavoratori senza strumenti per difendere i diritti riconosciuti per legge.

Dare una risposta, veloce, è obbligo di forze istituzionali, amministrative, ispettive, politiche e sindacali che intendono salvare la prospettiva di reale sviluppo e redistribuzione del reddito. E salvare anche se stesse, prima di essere spazzate via per delegittimazione del proprio ruolo.

Scritto da Dario Chiocca


Classe '78, è tra i fondatori de L'Iniziativa, di cui è presidente. Puteolano, è cresciuto nel quartiere di Monterusciello, dove risiede. Laureato in Giurisprudenza, impegnato da sempre sulle questioni sociali, anche nei movimenti studenteschi e nelle organizzazioni sindacali, dal 2010 è avvocato presso il Foro di Napoli e svolge la sua attività professionale nel campo nel diritto civile e del lavoro. In ambito di normativa del lavoro, si occupa inoltre di formazione.