BACOLI / Il Comune acquisisce il bene confiscato alla camorra nei pressi di Via Bellavista

bene-confiscato-2L’amministrazione comunale di Bacoli ha acquisito un nuovo bene confiscato alla camorra. Nella seduta del Consiglio comunale dello scorso 25 novembre, il Sindaco di Bacoli, Josi Della Ragione, ha presentato la delibera numero 298 dell’11 novembre 2015, con la quale la Giunta ha approvato la proposta di acquisire, al patrimonio indisponibile del comune, il bene confiscato alla camorra sito nei pressi di Via Bellavista (per la precisione, in via S. Italico).

La delibera è stata approvata dal Consiglio con 13 voti a favore e 4 astenuti. A favore, oltre ai consiglieri di maggioranza di Freebacoli hanno votato anche i rappresentanti dell’opposizione del Partito Democratico con l’auspicio di fare chiarezza, di terminare il balletto delle responsabilità”. Si sono astenuti, invece, fatto grave, i consiglieri dell’opposizione di centrodestra che si sono posti così in piena continuità con la precedente gestione amministrativa. Tuttavia il Sindaco Della Ragione ha sottolineando chela cosa più importante era l’acquisizione del bene al patrimonio comunale e lo abbiamo fatto”.

Dall’aprile del 2011, infatti, si attendeva una risposta da parte del Comune bacolese. È da allora che pendeva la rituale richiesta dell’Agenzia Nazionale, rivolta all’amministrazione comunale, di manifestare con cortese sollecitudine il proprio interesse all’utilizzazione del bene in questione, bene confiscato in primo grado nel 2004 e definitivamente sottratto al clan nel 2010.

LE INCOGNITE – Quello dell’acquisizione dell’immobile di Via Bellavista, dunque, è certamente un atto importante dell’attuale amministrazione. Specialmente se si considera che l’azione del precedente governo cittadino, in fatto di beni confiscati, è stata sempre deficitaria, non essendo stata in grado di dare risposte precise sul riutilizzo sociale dei beni sottratti alla criminalità organizzata.

Un gesto dovuto, dunque, per un’amministrazione che vuole porsi in discontinuità con la precedente gestione Schiano, che sull’argomento non ha mai attuato le molte promesse di impegno per la legalità e per l’effettivo riutilizzo dei beni confiscati dell’area cittadina di Bacoli.

La vera partita però si gioca, ora, sul terreno dell’effettivo riutilizzo e restituzione alla collettività di questi immobili sottratti alla camorra. Partita che si complica ancor di più se si considera che quello di Via Bellavista è un immobile abusivo, condizione che rende l’iter amministrativo, volto al recupero sociale del manufatto, ancor più complesso ed impegnativo.

Tuttavia sull’ostinato “salvataggio” di beni confiscati risultanti abusivi, v’è dibattito non solo politico, ma anche nel mondo dell’associazionismo antimafia. Tra coloro che ritengono percorribile la sola strada, anche col rischio che sia un percorso astratto, del riutilizzo sociale, e coloro che, rispetto ad ipotetiche “cattedrali nel deserto”, sostengono la possibilità che possano essere abbattuti, ripristinando così la legalità dei luoghi violata dal manufatto abusivo. Sul punto il Sindaco Della Ragione non ha ancora chiarito quali saranno le intenzioni dell’amministrazione. Ciò che rileva, però, che in territori come quello di Bacoli, sul campo dei beni confiscati, si gioca una partita importante che riguarda anche un altro immobile confiscato.

Non va dimenticata Villa Ferretti. Il complesso padronale, posto sotto il Castello di Baia, sequestrato nel 1995 e trasferito al Comune di Bacoli nel 2003, è esempio emblematico di mala gestione in tema di riutilizzo sociale delle proprietà sottratte al potere camorristico. Tra finanziamenti europei e comunali il bene in stile liberty versa ancora in uno stato grave di immobilismo. Resta infatti l’incognita del collaudo sui lavori fatti all’immobile, mentre la nuova area spettacoli, i cui lavori sembrano essere terminati la scorsa estate, di fatto, non è stata ancora restituita ai cittadini. Su questo versante, dunque, l’amministrazione guidata dal Sindaco Della Ragione dovrà mettersi alla prova e decidere cosa fare di questi “mostri sacri”.

Il pragmatismo indipendente potrà, forse, essere l’atteggiamento risoluto di un’amministrazione che intende porre, finalmente, la parola fine a sprechi di risorse per la valorizzazione di beni inutilizzati. Ma è necessario ricordare che per vincere la battaglia per un corretto utilizzo dei beni confiscati, serve grande preparazione e la capacità dell’ente amministrativo di coinvolgere la comunità cittadina attorno ad un progetto culturale di recupero della legalità democratica.

Scritto da Aldo Cimmino