SCAVI DI CUMA / Apertura straordinaria della parte bassa, si ripete il successo della “Giornata europea del patrimonio” – LE FOTO

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FOTO DI PAOLO VISONE

“Un’università a cielo aperto”. L’area archeologica di Cuma si conferma essere questo, soprattutto nel terzo fine settimana di settembre, quando in occasione della Giornata europea del Patrimonio, i cancelli delle aree sottoposte a scavo e oggetto di studio si aprono eccezionalmente ai cittadini. Questa mattina, sabato 20 settembre, al costo di ingresso di un euro, erano già centinaia gli appassionati e i curiosi che hanno colto l’opportunità di visitare e condividere i risultati delle indagini di scavo e degli studi condotti dal mondo accademico, in particolare i dipartimenti di Storia e Archeologica della Federico II, dell’Orientale e dell’Istituto Jean Berard.

Per l’occasione sono stati gli studenti e i docenti universitari a fare da “guida”, anche se sono proprio loro sottolineare di non esserlo, in quanto svolgono o aspirano ad un mestiere diverso, che è quello di archeologi.

L’UNICITA’ DI CUMA – Una grande occasione, dunque, come ogni anno, di divulgazione culturale. Un momento per ribadire, come sempre, l’unicità del sito di Cuma, per la sua caratteristica di racchiudere in una sola area circa 2000 anni di storia, durante i quali culture e civiltà diverse hanno lasciato testimonianze che oggi convivono a pochi metri le une dalle altre, dalle popolazioni indigene dell’età del ferro, ai greci, agli osco-sanniti, ai romani, ai bizantini fino alle presenze cristiane in epoca medioevale. Un patrimonio che potrebbe essere, senza retorica, il principale attrattore per un turismo culturale nei campi Flegrei, considerazione che impone alle Istituzioni, in primo luogo alla Soprintendenza, di fare tutto quanto di propria dovere e competenza per trovare soluzioni adeguate a garantire la salvaguardia e la gestione e, conseguentemente, la promozione.

LE SCOPERTE PIU’ RECENTI – Tra le novità illustrate quest’anno, c’è la notizia che anche in prossimità della “Masseria” sono state rinvenute altre “tombe a fossa” precedenti all’VIII sec. a.c., simili a quelle già ritrovate nell’area vicina all’ex lago di Licola e di cui c’è una esemplare ricostruzione al Museo del Castello di Baia. Un ulteriore segno tangibile della presenza di popolazioni indigene a Cuma che abitavano l’area prima dei coloni greci in età arcaica. Ed è proprio di età arcaica la domus civile che i preparatissimi studenti e neolaureati della Federico II hanno illustrato quest’anno ai visitatori.

Interessante, tra le tante cose, venire a conoscenza o ricordare che l’area del Foro romano, circondato da edifici pubblici di notevole importanza, come il Capitolium e la Basilica/Tribunale, ha subito trasformazioni nel corso dei secoli, come la vera e propria riconversione a sito di produzione di marmo in periodo tardo-arcaico / bizantino del V-VI sec d.c; oppure, che le prime fortificazioni militari visibili alle porte della città sono state innalzate con l’avvento del tiranno greco Aristodemo non prima del 600 a.c., per poi essere irrobustite fino alla pax augustea del principato romano; o ancora, che nell’area adiacente a Via delle colmate ci sono esempi di tombe “miste”, realizzate nel II sec. a.c. con tecniche di costruzione degli osco-sanniti, ma secondo i costumi e l’ideologia dei romani, a dimostrazione che non è mai corretto separare in modo scolastico e semplicistico un periodo storico da un altro, e che spesso, come nella storia di Cuma, le culture e le civiltà si sono sovrapposte e integrate tra loro.

APERTURA ANCHE DOMENICA 21– Nel corso della giornata nell’Acropoli, visitabile, pur tra crescenti difficoltà, tutto l’anno, si sono tenute anche esposizioni e performances artistiche. L’appuntamento per l’apertura straordinaria della parte bassa si ripete invece domani, domenica 21 settembre, anche se al costo ordinario del biglietto, che è di 4 euro.

Scritto da Dario Chiocca


Classe '78, è tra i fondatori de L'Iniziativa, di cui è presidente. Puteolano, è cresciuto nel quartiere di Monterusciello, dove risiede. Laureato in Giurisprudenza, impegnato da sempre sulle questioni sociali, anche nei movimenti studenteschi e nelle organizzazioni sindacali, dal 2010 è avvocato presso il Foro di Napoli e svolge la sua attività professionale nel campo nel diritto civile e del lavoro. In ambito di normativa del lavoro, si occupa inoltre di formazione.